Sci Alpino: “innevamento artificiale può salvare solo la metà delle stazioni italiane” Ecco lo studio di Nature Climate Change

Sci Alpino, un recentissimo studio portato a termine dagli esperti di Nature Climate Change afferma che nel prossimo futuro l’innevamento artificiale potrebbe non bastare più per salvare l’esito delle stagioni invernali, molto spesso condizionate dalla carenza di neve.

SCI ALPINO, CARENZA DI NEVE NON POTRA’ PIU’ ESSERE CONTRASTATA DA INNEVAMENTO ARTIFICIALE IN ITALIA A CAUSA DELLE ALTE TEMPERATURE: ECCO LO STUDIO

Secondo un recentissimo studio pubblicato da Nature Climate Change tutte le stazioni sciistiche di Italia e di gran parte del territorio europeo potrebbero soffrire la carenza di neve entro pochi anni. In particolare secondo gli esperti non basterebbe più nemmeno l’innevamento artificiale, che al momento è previsto salvare solamente il 50% delle stazioni italiane.

Entriamo però lievemente nel dettaglio di quanto viene esposto.

Per gli artefici dello studio sarà fondamentale ridurre le le emissioni di gas serra più velocemente di quanto ad oggi previsto, per tentare di frenare il più possibile il repentino aumento delle temperature da essi causato. Oltre la metà delle stazioni degli sport invernali si trova in Europa, nello specifico sono state esaminate 2.234 stazioni, e già ad oggi rischierebbero una diffusa carenza di neve. Addirittura per alcune località nemmeno l’innevamento artificiale sarebbe più sufficiente, che riuscirebbe invece a garantire il normale svolgimento della stagione soltanto a poche località.

Lo studio che è stato diffuso da GSSC è stato il primo network globale a comunicare e ad analizzare questa situazione che riguarda le stazioni sciistiche di tutto il continente e che, secondo quanto riferito, verrebbero colpite da varie fasi di riscaldamento. I dati inoltre riferiscono anche fino a che punto nelle stazioni il livello della neve potrebbe mantenersi affidabile.

Sci Alpino, settoe in crisi in pochi anni secondo lo studio di nature climate change

Sci Alpino, settoe in crisi in pochi anni secondo lo studio di nature climate change

Secondo il rapporto stabilito, con l’aumento delle temperature previsto in questo secolo di ben +3°C e con gli attuali livelli di emissioni, il 91% delle stazioni sarebbe a rischio. Questo significa che le condizioni di assenza di neve che prima si verificavano una volta ogni 5 anni, ora invece è previsto uno ogni due.

Lo studio mette poi in evidenza il fatto che, anche se venisse applicato un tipo di innevamento generalizzato estensivo, si salverebbero solamente il 50% delle stazioni ma allo stesso tempo aumenterebbe anche la richiesta di acqua ed elettricità. Aumenterebbero dunque le emissioni di carbonio.

Per questo motivo la documentazione scientifica valuta anche l’impronta idrica dell’innevamento e quella di carbonio associata.

Hugues François, ricercatore dell’Inrae di Grenoble anche principale fautore dello studio ci ha tenuto a rimarcare che, questo non significa che immediatamente finirà il turismo sciistico in Europa ma che in qualche decennio l’offerta della neve come la conosciamo attualmente potrebbe variare radicalmente. Alcune stazioni nel giro di pochissimi anni, addirittura, potrebbero essere costrette ad una offerta di neve particolarmente bassa.

Tuttavia la cosa certa è che si va verso un degrado delle condizioni della neve.

Limitando i dati raccolti al solo arco alpino italiano, è stato stabilito che senza l’innevamento artificiale e con le emissioni globali di gas serra basate sulle politiche attuali, il 100% delle stazioni sciistiche italiane potrebbe trovarsi con una insufficienza generale di neve.

Si prospetta dunque una vera e propria crisi dello sci alpino italiano e non solo.

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