Valanghe e Artva, un corso ad hoc
Pericolo valanghe. Un corso per imparare a usare artva, pala e sonda nel Parco Nazionale della Maiella dal 3 al 5 marzo prossimi, nell’ambito dell’evento ‘Maiella l’altra neve’.
L’obiettivo del corso organizzato dal CAI di Arsita (Gruppo Grotte), dalla Scuola Alpinismo e Scialpinismo “Nestore Nanni” del CAI dell’Aquila e dal Parco Nazionale della Maiella, con il patrocinio e la partecipazione del Soccorso Alpino e Spelologico Abruzzo, della Commissione Centrale Speleologia e Torrentismo del CAI, del Servizio Valanghe Italiano, dei Carabinieri del gruppo Meteomont e dei tecnici Recco è quello di formare i frequentatori della montagna invernale (ciaspolatori, scialpinisti, alpinisti, etc.) all’uso delle attrezzature di autosoccorso in caso di incidente da valanghe e per offrire informazioni su come prevenire il rischio di essere travolti.
Si tratta di un’iniziativa nata per promuovere la fruizione della montagna in sicurezza e anche per sensibilizzare gli sportivi e appassionati del Decreto legislativo 40/2021 “Sicurezza nelle discipline sportive invernali”, in vigore dal 1° gennaio 2022.
Le valanghe non sono fenomeni che si verificano esclusivamente a quote alte, interessando esclusivamente pendii altamente scoscesi. Di cronache in merito è pieno il web. Le slavine non guardano in faccia a nessuno e travolgono tutto ciò che trovano lungo il cammino: alberi, rifugi, strade, scendendo di quota anche per chilometri a velocità che possono raggiungere e superare i 100 kmh.
Infatti, con l’arrivo della neve invernale, scatta la voglia di salire in quota e divertirsi con piccozza e ramponi, sci, ciaspole e perché no, in qualche semplice passeggiata sul manto nevoso. Indipendentemente dal livello di difficoltà dell’attività outdoor che ci apprestiamo a svolgere, la montagna esige prudenza.
Pericolo valanghe. Cos’è l’Artva?
Valanghe sempre sotto controllo. Per prima cosa, nei giorni e ore precedenti alla nostra uscita, è bene controllare i bollettini del rischio valanghe emessi dall’ARPA regionale, che trovate dunque sui siti dei singoli enti, o la sintesi di questi ultimi sul sito Meteomont.
Valutate le condizioni di fattibilità dell’uscita in montagna, la prudenza non è mai troppa ed ecco che allora il consiglio che si sente sempre più spesso fornire dagli esperti è di dotarsi di Artva. Cerchiamo di capire cosa sia, come si usi tale strumento e quando sia opportuno portarlo con sé.
L’Artva (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga), detto anche ARVA (Appareil de Recherche de Victimes en Avalanche, termine non più usato) è uno strumento che serve alla localizzazione di persone travolte da valanghe.
In caso di seppellimento da neve si deve tener presente che:
• entro i primi 15 minuti dal seppellimento le probabilità di trovare persone in vita sono del 93%;
• tra i 15 e 45 minuti dal seppellimento si osserva un forte calo della probabilità di sopravvivenza che passano dal 93% al 25% circa; in tale periodo subentra la morte per asfissia per tutti i sepolti che non dispongono una cavità d’aria in cui respirare;
• da 45 a 90 minuti, una piccola percentuale di persone (circa il 20%) può sopravvivere se dispone di una certa quantità d’aria ed ha sufficiente libertà toracica per i movimenti respiratori;
• tra i 90 e i 130 minuti si muore per ipotermia.
Ma l’uso dell’Artva è obbligatorio? In teoria sì, in tutte le regioni italiane e in qualunque situazione le condizioni climatiche e della neve facciano sussistere un rischio valanghe. A stabilirlo è la legge nazionale n. 363 del 24 dicembre 2003 “Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo” pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5 gennaio 2004.
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