Tutti matti per l’ arrosticino abruzzese, secondo alcuni studi si tratterebbe di uno tra i piatti più apprezzati e ricercati in Italia.
TUTTI MATTI PER L’ARROSTICINO ABRUZZESE, E’ UNO TRA I PIATTI PIU’ APPREZZATI IN ITALIA
Ogni week-end migliaia di turisti si recano in Abruzzo per assaggiare o andare alla ricerca del rinomato arrosticino abruzzese, piatto tipico della Regione Abruzzo. Attraverso i social vediamo e apprezziamo centinaia di immagini che mostrano la cottura degli arrosticini, che spesso vengono acquistati in grandi quantità a portar via e poi cotti nei pressi delle nostre bellissime piane dell’Appennino.

L’arrosticino abruzzese è uno tra i piatti più apprezzati in Italia, ogni fine settimana migliaia di persone si recano in Abruzzo per assaggiare queste prelibatezze. L’immagine è stata, ad esempio, scattata nella piana di Campo Imperatore dove sono presenti macellerie che vendono e offrono cottura della carne e degli arrosticini che vengono acquistati in grandi quantità. FOTO EMANUELE VALERI
Ripercorriamo brevemente la storia degli arrosticini.
Si tratta senza ombra di dubbio di un piatto tipico della Regione Abruzzo, uno tra i più appezzati sia in Italia che all’estero. L’area per eccellenza dove viene prodotto l’arrosticino si trova ai piedi della montagna del Voltigno, nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.
Questo prodotto è una vera e propria specialità soprattutto nell’intero territorio compreso tra i comuni di Loreto Aprutino Farindola, Vestea, Villa Celiera, Brittoli, Penne, Carpineto della Nora e Pianella. Quando si parla di arrosticino, specialmente in queste terre, viene subito in mente la famosissima tradizione pastorale dell’Abruzzo, nonché il conseguente consumo di carne ovina. Una vera e propria “espressione culinaria” della pastorizia stanziale e non della transumanza.
ARROSTICINI INVENTATI NEL 1930 NEL VOLTIGNO SECONDO UNA LEGGENDA
A riguardo di questo piatto è presente anche una leggenda, viene infatti narrato che questo prodotto venne per la prima volta inventato negli anni 30′ del 900 da due pastori del Voltigno che tagliarono carne di pecora vecchia in piccoli pezzi, successivamente infilati in bacchette di legno intagliato.
Successivamente le rustelle vennero cotte grazie all’ausilio del carbone utilizzando, pensate, una grondaia del tetto di un’abitazione. Gli arrosticini, inizialmente, venivano chiamati “rrustelle” (piccoli arrosti), mentre immediatamente dopo il dopoguerra il prodotto si espanse non solo nell’area vestina, ma addirittura fino al più popolato versante Adriatico. Fu proprio in quegli anni, infatti, che venne adottata la dicitura “arrosticini” soprattutto a fini esclusivamente commerciali.
Inizialmente per questo prodotto veniva utlizzato anche l’agnello castrato, oltre alla pecora, ma con il passare degli anni il primo è stato completamente abbandonato in favore della seconda, oggi particolarmente diffusa ed apprezzata sotto l’aspetto culinario. La carne viene tagliata in piccoli cubetti della grandezza di 1 cm circa per poi essere infilati a mano in spiedini di legno con una lunghezza variabile dai 25 ai 30 cm.
Una tecnica particolarmente utilizzata nella preparazione degli arrosticini è l’inserimento di alcuni cubetti di grasso che, sciogliendosi sulla brace, vanno ad ammorbidire e ad arricchire il sapore dell’arrosticino. Cosa molto importante nel consumo degli arrosticino abruzzese sono anche i contorni; vanno infatti accompagnati solo con pane possibilmente casareccio, unto con olio extravergine di oliva e peperoncino piccante, mentre come bevanda è certamente da preferire il vino rosso.