Terminillo Stazione Montana: sfascio ambientale o opportunità?

Era terminata con parere positivo la valutazione di incidenza ambientale rispetto al progetto TSM2, “Terminillo Stazione Montana“.

Il progetto di riqualificazione e ampliamento del comprensorio sciistico – per Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e Politiche per la ricostruzione – è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Zingaretti e oggi con soddisfazione possiamo descrivere il progetto come una sintesi tra le esigenze di sviluppo turistico nel pieno rispetto del territorio e delle bellezze naturalistiche“.

Terminillo

Progetto TSM2 Terminillo stazione Montana

Un progetto che è anche il risultato di revisioni significative rispetto a quello proposto anni fa e che è stato poi approvato a fronte di un capillare lavoro amministrativo, a tutela di tutti.

Si tratta di un risultato condiviso – proseguono i due assessori regionali – a cui si è arrivati grazie al metodo fortemente voluto dalla Regione: la concertazione. Abbiamo infatti chiamato intorno a un tavolo le 5 amministrazioni interessate, i sindaci e la provincia, per convenire sulle linee di sviluppo e crescita del Terminillo. Mi preme infine sottolineare che il progetto è inserito anche nel tavolo del Patto per lo Sviluppo dell’area del sisma, con uno sguardo rivolto al più generale rilancio delle aree interne, dell’area del cratere e dello sviluppo, temi che oggi, a causa della pandemia, sono più che mai all’ordine del giorno per contrastare disoccupazione e spopolamento”.

Non tutti, però, sono d’accordo… a cominciare da Stefano Ardito, giornalista ed esperto di montagna, il quale ha scritto un duro intervento sulla questione sul propio blog: “Il TSM2 – Terminillo Stazione Montana – è uno sfascio ambientale gigantesco. Per capire la dimensione dello sfascio basta fare una passeggiata nei meravigliosi valloni dove dovrebbero sorgere piste e impianti, e sul crinale destinato a essere scavalcato. E poi immaginare, in questi ambienti oggi integri, 10 seggiovie, 7 tapis-roulant, 37 chilometri di nuove piste, 7 rifugi, 2 bacini per l’acqua necessaria all’innevamento artificiale“.

La bufala più seria – continua Stefano Ardito – è nei conti che accompagnano il TSM2. Bufala sui costi previsti, 50 milioni di euro di cui 20 già impegnati dalla Regione e altri 30 in arrivo da fantomatici privati. Ma basta un’occhiata alle dimensioni del progetto per capire che la spesa totale sarebbe di almeno 100 milioni. Il rischio è di tagliare boschi e sbancare pendii senza nemmeno inaugurare la stazione“.

Anche l’organizzazione di tutela ambientale “Balia dal collare” non nasconde i timori riguardo al progetto e sulla propria pagina Facebook non le manda di certo a dire: “Come Balia dal Collare reputiamo questa retorica imbarazzante e speriamo che la regione valuti attentamente gli aspetti tecnici del progetto, che già in passato sono stati bocciati perché non conformi ai parametri di valutazione di impatto ambientale. Questo progetto a nostro avviso non ha nulla di innovativo, prevede la distruzione della montagna, la dispersione delle ricchezze naturali, la promozione di una turismo sciistico anche laddove il cambiamento climatico ha ridotto l’innevamento delle aree montane con la conseguente necessità di costruzione di bacini di innevamento artificiali (con costi elevatissimi e l’inquinamento dell’area naturale). In tutto e per tutto questo progetto è fallimentare e distruttivo di un patrimonio naturale che noi continueremo a difendere. Chiediamo invece che si prendano in considerazioni altre forme sostenibili di vivere la montagna, che si smetta di parlare di “rilancio della montagna reatina” secondo parametri distruttivi che non porteranno ricchezza e lavoro (le classiche promesse per ottenere il consenso della comunità). Qualcuno ha detto che “la proprietà vince dove salta la comunità”… noi come piccola comunità resistente continueremo a monitorare le decisioni politiche e ad attraversare la montagna, creando nuove forme di viverla e ribadendo il nostro No al TSM2“.