Sterminato un intero branco di Lupo Appenninico nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Crescono i sospetti sugli allevatori di bestiame

Un intero branco di Lupo Appenninico circa 10 giorni fa è stato sterminato all’interno dei confini del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta infatti del confine con due aree protette, tanto che in molti non riescono a spiegarsi questi vili atti. I responsabili degli avvelenamenti sarebbero dei bocconi avvelenati attraverso i quali sarebbero stati adescati ed uccisi gli animali.

STERMINATO INTERO BRANCO DI LUPO APPENINICO. SI TEME POSSANO ESSERE STATI ALCUNI ALLEVATORI DI BESTIAME

Diversi esemplari di Lupo Appenninico sono stati rinvenuti senza vita nei pressi della località Olmo di Bobbi. La causa sembrerebbe essere dovuta a dei bocconi avvelenati attraverso i quali gli animali sarebbero stati adescati e poi uccisi senza pietà. Tra i decessi si segnala anche una lupa con un cucciolo in grembo. Non solo i lupi, perchè sono stati sterminati anche tre Grifoni e due Corvi Imperiali anch’essi facenti parte di una specie altamente protetta.

Questi sono solamente gli esemplari ad oggi ritrovati, ma non è escluso che il numero delle vittime possa ancora crescere perchè come ha fatto sapere il direttore del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise – Luciano Sammarone – è impossibile controllare il fenomeno dei bocconi avvelenati su una area così vasta come quella del Parco Nazionale di Abruzzo.

Certo è che i carabinieri forestali sono al lavoro per individuare i responsabili di tali atrocità, tanto che nei prossimi giorni avvieranno delle indagini su tutti gli allevamenti della Marsica e della Valle Peligna. Tra gli indiziati numero uno di questo sterminio, fanno sapere fonti vicine alle indagini, ci sarebbero gli allevatori di bestiame che si teme possano avere voluto bonificare l’area dai predatori.

Lo stesso Sammarone ha fatto sapere che individuare un responsabile non è assolutamente semplice, perchè l’arma del delitto è soltanto un boccone avvelenato. Tuttavia fatti di questo genere impongono dei divieti che persisteranno come quando si verificano degli incendi di natura boschiva.

Dello stesso avviso è anche il Presidente della Associazione Salviamo L’Orso Bruno Marsicano che chiede di inibire l’area almeno per 50 ettari circostanti per 6/12 mesi. Questo significherebbe non potere più dare seguito in quelle aree ad attività di allevamento, caccia, ricerca di funghi e tartufi.

In questo modo, la penalizzazione della intera comunità locale imporrebbe un maggiore controllo sul territorio e l’individuazione semplificata dei responsabili di tali eventi.

 

Lupo Appenninico, sterminato un intero branco nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise

Lupo Appenninico, sterminato un intero branco nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Foto Pietro Santucci

Non si tratta della prima volta che si verificano episodi di questo genere all’interno del Parco e più volte il Direttore del PNALM ha fatto sapere che gli allevatori devono rispettare le regole imposte.

Lo stato brado infatti può essere applicato solamente fino a determinate quote, ma da quanto riferito dai vari abitanti delle zone circostanti sembrerebbe che questi divieti vengano difficilmente fatti rispettare.

Lo strumento da parte degli abusivi è quello di farsi uccidere il bestiame, secondo molti, per ricevere dei soldi dallo stato e dalla regione.

Lo sterminio di un branco di Lupo Appenninico è certamente un episodio molto grave e sul quale il Parco, come ha fatto sapere, andrà a fondo.

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