La strada provinciale n.164 che conduce dal Valico della Forchetta (CH) nei pressi della stazione FF.SS di Palena, all’abitato di Gamberale (CH), attraversa estese formazioni forestali solcate da ruscelli e torrenti dove si riproduce una vitale popolazione di Salamandra appenninica (Salamandra s. gigliolii) e di Salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata).
Splendido esemplare di Salamandra appenninica. Foto di Emanuele Di Marco
Il traffico veicolare è causa di mortalità per molti individui durante i loro spostamenti. L’Ente Parco Nazionale della Majella in collaborazione con la Provincia di Chieti ha realizzato sottopassi per l’attraversamento degli anfibi della sede stradale. Durante le due giornate dell’evento verranno istallate le barriere mobili, lungo il tratto stradale interessato dagli interventi, al fine di convogliare gli individui in spostamento verso i sottopassi.
L’evento, organizzato dall’Ente Parco Nazionale della Majella in collaborazionee il WWF Chieti-Pescara rappresenterà un’occasione non soltanto per mettere in atto azioni concrete di conservazione ma anche per conoscere questi anfibi e i loro ambienti.
La salamandra appenninica si riproduce in un piccolo nucleo forestale umido molto impervio inserito in un ambiente circostante roccioso e fortemente arido. Foto di Alessandra Andreini
La salamandra appenninica è resa inconfondibile dalla presenza di macchie giallo-arancio di forma e dimensioni varie sul corpo nero lucente. Questa sua vivace colorazione, detta aposematica, è utilizzata nella difesa dai predatori (alcuni rettili del genere Natrix ma anche uccelli soprattutto Corvidi) come avvertimento della capacità di questa specie di secernere una sostanza irritante che riveste la superficie del corpo. Questa salamandra è attiva soprattutto di notte e in giornate particolarmente umide, durante la pioggia o in presenza di nebbia, con temperature non troppo basse. Nel Parco frequenta esclusivamente gli ambienti forestali a dominanza di faggio, con corsi d’acqua permanenti di media e piccola dimensione, dove ha luogo lo sviluppo larvale, al riparo dalla predazione che soprattutto le trote, in corsi d’acqua di dimensioni maggiori eserciterebbero sulle larve.
Generalmente si tratta di ampie estensioni boschive che si sviluppano lungo grandi vallate od ampi territori, nelle zone comprese tra i 400 e i 1500 metri di altitudine, con un’unica eccezione nel Parco rappresentata dal Vallone di S. Angelo presso Lama dei Peligni dove questo urodelo si riproduce in un piccolo nucleo forestale umido molto impervio inserito in un ambiente circostante roccioso e fortemente arido.