Sottopassi per l’attraversamento della salamandra appenninica

Sottopassi per la salamandra appenninica

Salamandra appenninica. La strada provinciale n.164 che conduce dalla stazione FF.SS di Palena, all’abitato di Gamberale e Pizzoferrato (CH), attraversa boschi solcati da ruscelli e torrenti dove si riproducono due specie di anfibi urodeli, la Salamandra appenninica (Salamandra s. gigliolii) e la Salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata).

Il traffico veicolare è causa di mortalità per molti individui durante i loro spostamenti, e soprattutto incide sulle femmine che, in periodo riproduttivo, scendono nel ruscello per deporre le uova o partorire le larve. Il Parco nazionale della Maiella in collaborazione con la Provincia di Chieti ha realizzato sottopassi per l’attraversamento degli anfibi sotto la sede stradale. Ogni anno in primavera vengono istallate le barriere mobili lungo i tratti stradali interessati dagli interventi al fine di convogliare gli individui in spostamento verso i sottopassi.

L’evento svolto lo scorso sabato 29 aprile, organizzato dall’Ente Parco Nazionale della Maiella e dalla Societas Herpetologica Italica in collaborazione con il WWF Chieti-Pescara e il Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, è stato un momento non soltanto per mettere in atto azioni concrete di conservazione degli anfibi ma anche per conoscere questi animali e i loro ambienti. Circa 40 i volontari intervenuti, e ai quali vanno tutti i ringraziamenti per il loro lavoro prestato.

Salamandra appenninica e salamandrine di Savi

La Salamandra appenninica, nome scientifico Salamandra salamandra gigliolii, è resa inconfondibile dalla presenza di macchie giallo-arancio di forma e dimensioni varie sul corpo nero lucente. Questa sua vivace colorazione, detta aposematica, è utilizzata nella difesa dai predatori (alcuni rettili del genere Natrix ma anche uccelli soprattutto Corvidi) come avvertimento della capacità di questa specie di secernere una sostanza irritante che riveste la superficie del corpo.

Questa salamandra è attiva soprattutto di notte e in giornate particolarmente umide, durante la pioggia o in presenza di nebbia, con temperature non troppo basse. Nel Parco frequenta esclusivamente gli ambienti forestali a dominanza di faggio, con corsi d’acqua permanenti di media e piccola dimensione, dove ha luogo lo sviluppo larvale, al riparo dalla predazione che soprattutto le trote, in corsi d’acqua di dimensioni maggiori eserciterebbero sulle larve.

La Salamandrina di Savi, nome scientifico Salamandrina perspicillata, appartiene ad un genere presente esclusivamente in Italia, dove occupa prevalentemente i territori appenninici con estensione predominante lungo la costa tirrenica. Se disturbata può fingersi morta mettendo in atto un comportamento noto come tanatosi oppure solleva la coda verticalmente o la arrotola sul dorso, mostrando il vivace colore rosso delle parti ventrali, per disorientare i predatori.

Frequenta zone boscose montane con fitto sottobosco, solitamente poste vicino a corsi d’acqua, più raramente in fontanili ed abbeveratoi in una fascia altimetrica compresa fra i 200 ed i 1300 metri di quota. Durante lo svernamento e l’estivazione si trattiene per lo più sotto terra, a volte a profondità superiori al metro, sotto pietre o legno marcescente.

La femmina depone le uova in primavera nei tratti di corsi d’acqua a corrente debole, in piccoli fossi, in pozze limpide anche temporanee. I maschi, una volta completata la metamorfosi conducono vita esclusivamente terragnola non facendo mai più ritorno all’ambiente acquatico.

Realizzati i sottopassi per l'attraversamento della salamandra appenninica

Le prime segnalazioni relative alle popolazioni adriatiche di Salamandrina di Savi sono state rilevate proprio nel territorio del Parco Nazionale della Majella intorno alla metà degli anni ’80. Nel settore nord del Parco è localizzata nella Valle dell’Orfento e sul versante orientale del Morrone. Lungo il versante orientale della Majella è invece presente in diverse valli fluviali mentre è diffusa in modo continuo nell’area dei Monti Pizzi.

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