Un vero e proprio putiferio in queste ore si sta scatenando sulla vicenda che riguarda le seconde case, o meglio sulla possibilità di poterle raggiungere anche fuori regione nonostante sia presente un DPCM che vieta gli spostamenti da una regione all’altra.
Sarebbe dovuto arrivare un chiarimento da parte di Palazzo Chigi sulla questione, che tuttavia ad oggi ancora non è arrivato e con l’avvicinarsi del week-end si rischia una vera e propria tana libera tutti.
La circolare del Viminale diffusa nella giornata di lunedì definisce consentiti gli spostamenti tra le Regioni in caso di <<rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione>>
I funzionari di Polizia in una intervista al MESSAGGERO hanno dichiarato di trovarsi in difficoltà, ricercando la soluzione in una sentenza della Corte Costituzionale del 1988.
Achille Varati sottosegretario agli Interni ha dichiarato che ad oggi non è prevista nessuna precisazione a riguardo <<Si può sempre, eccetto nelle ore del coprifuoco, tornare alla propria residenza o abitazione>>
Lo stesso Varati che sostiene che <<Una seconda casa è un’abitazione purché si tratti di una proprietà o ci sia comunque un contratto di affitto>>
Questa problematica rischierà, se non vi saranno delle correzioni nel DPCM, di mandare in confusione le Forze di Polizia che stando alla situazione attuale difficilmente potranno impedire ad una persona di raggiungere la sua seconda casa anche spostandosi da una zona arancione ad una zona rossa.
DUBBI DELLA POLIZA
Ha inoltre spiegato Mimmo Lacquaniti portavoce dell’Associazione Nazionale funzionari di Polizia che << non possiamo rifarci alle indicazioni pubblicate sui giornali, in genere abbiamo l’abitudine di rifarci alla gazzetta ufficiale. Il problema è che attualmente non abbiamo nessuna fonte autentica e nessun documento scritto, ritengo che non si possa sanzionare chi vada in una seconda casa, che sia di proprietà o in locazione, anche uscendo dalla regione di residenza >>
Inoltre ha continuato a specificare Lacquaniti che in assenza di chiarezza è necessario rifarsi ad una sentenza che vi fu nel 1988 da parte della Corte Costituzionale.
Attualmente quindi può essere giustificato chi si muove anche da regione a regione per raggiungere una seconda casa, anche in virtù del fatto che l’ignoranza davanti alla legge è giustificata “dalla totale oscurità del testo legislativo ovvero quando ci si trova in presenza di un gravemente caotico atteggiamento interpretativo”.
Conclude infine lo stesso Lacquaniti sostenendo che l’anello debole di tutta questa storia continua ad essere il cittadino che ha bisogno della massima chiarezza, mentre la Polizia non può sostituirsi al legislatore per colmare i vuoti.
Nelle prossime ore è possibile ci saranno aggiornamenti in tal senso che proporremo sicuramente sul nostro sito.