L’ORSA PEPPINA E’ STATA DEFINITA IN PASSATO “ORSA PROBLEMATICA” PER VIA DEI SUOI COMPORTAMENTI ANOMALI
Mai come nella passata stagione estiva si è parlato di Orsi. Questo è avvenuto anche grazie alle vicende che si sono verificate a livello nazionale con M49.
Questa volta ad essere protagonista delle vicende è l’Orsa Peppina, figlia di Gemma, storica e problematica del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Peppina negli anni ha sviluppato il vizio di aver messo in atto qualche agguato di troppo in diversi pollai. Ricorderete le vicende di Palena, Ateleta, Campo Di Giove ecc.
Successivamente si è trasferita sul Monte Genzana ai confini con il Parco Nazionale della Majella, dove sembra che ultimamente sia stata avvistata sempre con più frequenza.
Il Parco appresa la notizia ha sempre gestito l’animale come una risorsa, perchè l’orso marsicano è un animale in via di estinzione e da alcuni anni è stato messo in atto un programma per la tutela di questi animali.
Da alcuni giorni il Parco della Majella sta finalizzando le sue risorse per catturare l’animale ed installare su di esso un radio-collare. Questo serve per monitorare i movimenti del Plantigrado in modo tale che possa essere applicato un protocollo di prevenzione finalizzato sia alla difesa dell’orsa che dei pollai.
A differenza di altre regioni è stata ritenuta inutile l’opzione che vedeva la possibilità di catturare l’orsa per trasportarla in alta montagna, anche perchè questi animali quotidianamente possono percorrere più di 50 km.
Peppina come i suoi simili è considerata giustamente una risorsa e il Parco Nazionale sta prendendo in considerazione tutte le misure che possano per l’appunto tutelare lei e tutta la specie dell’Orso marsicano.
LA STORIA DI PEPPINA
Peppina nasce nel 2007 a Villalago, probabilmente è una delle figlie di Gemma, la storica orsa problematica del PNALM, da cui ha appreso i suoi comportamenti “anomali”. Dopo alcuni anni di permanenza nella sua area di origine, dal 2012 arriva sul Genzana e nell’area di confine con il Parco della Majella. Sono alcuni anni che dunque è nota per la sua tendenza a fare danni ai pollai, prima a Pettorano, poi guadagnando pienamente i territori della Majella, Cansano, Campo di Giove, Palena, Ateleta, Lettopalena, tornando spesso anche in aree molto urbanizzate, come quella della periferia di Sulmona che sta frequentando in questi giorni.
Il Parco Nazionale della Majella dal 2013 è impegnato attivamente e con le proprie competenze e risorse a mettere in sicurezza pollai, arnie e orti, a monitorarla intensivamente nei suoi spostamenti e comportamenti, anche attraverso l’utilizzo dei radiocollari e delle indagini genetiche, ed è presente sul territorio per fare informazione e tenere saldo il dialogo con i cittadini che sono stati in qualche modo interessati dalla presenza di questa orsa. Tutte queste attività sono costantemente condotte seguendo gli spostamenti di Peppina, al di là della frammentazione amministrativa che caratterizza i nostri territori, quindi sia all’interno che all’esterno del Parco, per intesa con la Regione Abruzzo e le altre aree protette coinvolte, proprio per garantire una necessaria continuità gestionale.La sfida certamente impegnativa è quella di far conciliare le migliori condizioni di tutela dell’animale con le esigenze della popolazione locale. Intanto, importanti risultati sono stati già ottenuti. Peppina nel 2018 ha partorito nel Parco della Majella tre cuccioli, che sono stati svezzati con successo e, fino ad oggi, non hanno mostrato nessun comportamento anomalo o problematico. I tecnici sottolineano l’estrema importanza per il futuro della specie, nell’assicurare la sopravvivenza delle femmine e il successo riproduttivo, soprattutto in aree come quella della Majella, fondamentali per consolidare l’espansione dell’areale dell’orso: Peppina, di fatto, si mostra “problematica” soltanto per due mesi l’anno (nel periodo di iperfagia deve accumulare peso per il letargo), negli altri mesi svolge una vita normalissima da orsa nelle nostre foreste e ben lontana dalle aree urbane.L’impegno del Parco Nazionale della Majella nella gestione dei cosiddetti orsi problematici sarà sempre costante, anzi si arricchisce di nuove collaborazioni e di nuove opportunità di sostegno economico. Il Parco infatti è partner, dallo scorso anno, del Life ARCPROM, un progetto internazionale cofinanziato dalla Commissione Europea, che vede coinvolti tra gli altri tre parchi nazionali greci che condividono problematiche simili: mettere insieme le forze e le competenze per fare prevenzione e monitoraggi innovativi su questi animali che, pur se mostrano una certa confidenzialità nel frequentare aree antropizzate nelle quali è facile procurarsi il cibo, non sono mai aggressivi nei confronti dell’uomo.Le attività messe in campo in questi giorni dal Wildlife Research Center del Parco Nazionale della Majella sono finalizzate a catturare l’animale per applicare un nuovo radiocollare GPS tramite il quale sarà possibile monitorare nel modo più efficace ed approfondito possibile i movimenti di Peppina, per facilitare l’attuazione delle misure di prevenzione, e non per trasportarla altrove in montagna, cosa a poco servirebbe, visto che è in grado di coprire oltre 50 km di spostamenti in una sola notte (proprio tre giorni fa ha percorso Ateleta-Sulmona in meno di 24 ore).