Rigopiano, il silenzio avvolga ogni cosa. Pseudo-esperti e tuttologi tacciano una volta per tutte. Forza Appennino, forza Abruzzo!

LaPresse/Mario Sabatini

LaPresse/Mario Sabatini

E’ quasi trascorso un mese dalla tragedia di Rigopiano e dall’incidente di Campo Felice e stentiamo ancora a credere che tutto ciò al quale abbiamo assistito in TV sia accaduto in casa nostra e con una simile portata….. Tutto tace, un silenzio insolito avvolge ogni cosa….quasi si riesce a immaginare il suono leggero della neve che sfiora le cose e si poggia a terra. Il medesimo silenzio seguito alla sciagura che ha seppellito trentacinque persone: Valentina, Marco, Jessica, Tobia, Bianca, Stefano, Marina, Domenico, Piero, Rosa Barbara, Sebastiano, Nadia, Sara, Claudio, Luciano, Silvana, Marco, Paola, Linda, Alessandro, Cecilia, Emanuele, Luana, Marinella, Alessandro, Ilaria, Roberto, Gabriele, Dame, Walter, Giuseppe, Davide, Mario, Gianmarco ed Ettore.

Una slavina? Il terremoto? La bufera? Una fatalità? Un errore umano? Sicuramente una catastrofe: un’iradiddio mai accaduta tutta insieme sui nostri monti che pure di neve ne hanno sempre ricevuta tanta, puntualmente, ogni anno e che dovrebbe vederci preparati.

In queste settimane non ci siamo fatti mancare niente: dagli immancabili commenti dei pseudo-esperti , ai pareri dei tuttologi, alla vile azione di sciacallaggio del parroco saccentone che invita la gente ad andare a sciare al Nord. Fortunatamente, sabato 28 gennaio, una splendida puntata di Linea Bianca (registrata in tempi non sospetti) ha potuto mostrare un comprensorio immacolato che da Roccaraso e Pescocostanzo, dal Piano delle Cinque Miglia a Monte Pratello, può contare su 160 km di piste che non hanno nulla da invidiare a quelle più blasonate alpine. Anzi, con un lusso che nessun altro può permettersi: quello di ‘sbirciare’ laggiù all’orizzonte l’Adriatico da un lato ed il Tirreno dall’altro con gli sci ai piedi. Senza dimenticare, inoltre, un ‘passaggio’ che non ti aspetti tra borghi innevati e boschi immacolati a bordo di quella Transiberiana dell’Appennino che da Sulmona porta grandi e piccini a scoprire che lupi e caprioli non esistono soltanto nelle favole.

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Fortunatamente la nostra Terra ha potuto conoscere ed apprezzare, per l’ennesima volta, il lavoro svolto da uomini e donne del Soccorso che hanno operano dalla prima notte; molti sono stati in prima linea anche ad Amatrice e a Norcia, nei mesi scorsi. Straordinari, fantastici, tutti.

soccorso
Forse un giorno, in un’aula di tribunale, i tecnici ci spiegheranno come e perché si è consumata la ‘vendetta’ di una natura che ci costringe ormai a riflettere sul rapporto uomo-natura in una Regione Verde d’Europa estremamente bella e generosa ma anche fragile ed esposta a manipolazioni realizzate, a volte, con poco criterio.

Nel frattempo, però, vi invito a riflettere sulle parole di Stefano Ardito, uno dei più noti giornalisti, scrittori e documentaristi italiani specializzati in montagna, natura e avventura: “ Com’è stato detto molte volte, e non soltanto in questi giorni, siamo un Paese di montagne che crede di essere fatto solo di città e di spiagge. Siamo tra i migliori dopo che le catastrofi hanno colpito, e tra i peggiori del mondo prima. Torno ad attendere e a pregare per Rigopiano e per chi è sepolto nel gelo. Ma ci sarebbero molte altre cose da dire. Forza Appennino, forza Abruzzo!…”.

Angelo Ruggieri