Ieri Sentenza Rigopiano: 25 assoluzioni, 5 condanne. Ira dei parenti delle vittime

Rigopiano, ieri è arrivato il resoconto della sentenza tanto attesa ma con un esito che ha scatenato l’ira dei parenti delle vittime della valanga.

RIGOPIANO, ARRIVATO IERI IL RESPONSO DELLA SENTENZA. 25 ASSOLTI. CONDANNATO IL SINDACO DI FARINDOLA, ILARIO LACCHETTA, A 2 ANNI E OTTO MESI

Come già suspicato dal PM Giuseppe Bellelli, la sentenza non è riuscita “ad individuare un modello di amministratore pubblico che aveva il dovere di prevedere la valanga ed evitare la tragedia” .

Francesco Provolo, Ex prefetto di Pescara, è stato assolto così come l’ex Presidente della Provincia, Antonio Di Marco, oltre ai due dirigenti regionali Prefettizi, mentre sono stati condannati due dirigenti della viabilità per la Provincia di Pescara. Si tratta di Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, per loro tre anni e quattro mesi di reclusione ciascuno.

Entrambi sono stati condannati per il fatto di non avere chiuso una tratta della Sp 8 e non aver trovato una turbina per sgomberare la strada dalla neve.

CONDANNATO A 2 ANNI E 8 MESI DI RECLUSIONE IL SINDACO DI FARINDOLA, ILARIO LACCHETTA

Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per non avere emesso l’ordinanza di non agibilità e di sgombero dell’ Hotel Rigopiano .

Gli ultimi due condannati secondo la sentenza sono: Bruno Di Tommaso e Giuseppe Gatto rispettivamente gestore dell’albergo e redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della Gran Sasso spa di intervenire su tettoie e verande dell’hotel per l’accusa di falso.

La Procura aveva richiesto un complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione per i colpevoli del fatto, al fronte della condanna a 10 anni e quattro mesi emessa dalla sentenza.

Nessuna responsabilità è stata dunque accertata a causa della mancanza della definizione della carta di localizzazione del pericolo da valanga.

Alla lettura della sentenza i parenti delle vittime hanno inveito contro il responso della sentenza, alcuni cercando di avvicinare il giudice e urlando: Vergogna, vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo”  .

Rossella Del Rosso, sorella di Roberto morto sotto la valanga, ha dichiarato: La catastrofica gestione dell’emergenza da parte della Regione, completamente assente da questo processo; le telefonate del povero Gabriele D’Angelo al Coc di Penne e in Prefettura, in gran parte ignorate; la responsabilità di tutti i politici per la mancata attuazione della legge regionale 47 del 1992 (Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da valanga, ndr) che avrebbe impedito questa tragedia e per ultimo, non di poco conto, il ruolo esercitato dalla Dicomac nella fase dell’emergenza”

VALANGA RIGOPIANO, GIORNI DI RICERCA DELLE VITTIME A CAUSA DI UN EVENTO METEOROLOGICO ESTREMO

Quello di Rigopiano è uno tra i fatti di cronaca nera più importanti degli ultimi decenni.

La situazione degenerò a causa di un avverso episodio meteorologico, che vide giorni di nevicate molto intense ed eccezionale che si abbatterono in tutta la Regione Abruzzo.

In quelle giornate i disagi furono tantissimi, a questi si aggiunsero delle scosse di terremoto e la successiva valanga di Rigopiano.

I soccorritori riuscirono a raggiungere l’hotel in prima battuta solamente con gli sci di alpinismo, su una strada irriconoscibile per la neve presente al suolo.

Uno scenario tragico quello che gli si presentò d’innanzi una volta giunti sul posto, con l’Hotel Rigopiano sommerso completamente dalla neve e dalle macerie.

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