Il riccio è un mammifero molto comune in Italia, dove per fortuna è protetto da leggi sulla conservazione e protezione della specie. Dall’aspetto inconfondibile, data la sua armoniosa corazza di aculei, questo animaletto fa parte dell’ecosistema delle nostre campagne, dove vive e si riproduce. È dunque normale che, alle volte, entri in contatto con l’uomo, specie in campagna, dove, addirittura, possiamo ritrovarlo nell’orto come nostro alleato.
Si tratta di un animale onnivoro, per cui nella terra fa letteralmente incetta di parassiti. Ma non si limita solo agli insetti, giacché si nutre anche di ratti.
Il riccio è un mammifero molto comune in Italia, dove per fortuna è protetto da leggi sulla conservazione e protezione della specie. Foto di Silvia Segala
Conosciamo quindi meglio le caratteristiche e abitudini dei ricci e vediamo come predisporre dei ricoveri per quando arrivano sui nostri terreni.
L’Erinaceus europaeus è un animale notturno. Odia la luce in faccia, quindi si muove di notte in cerca di cibo. È in grado di percorrere chilometri di distanza. Ama vivere nel sottobosco, dove di giorno si rifugia nella tana, fatta di solito in incavi del terreno, sotto tronchi spezzati e fogliame. Le sue uscite notturne lo fanno avvicinare facilmente alle case e ai giardini. È molto schivo e riottoso nei confronti dei consimili e degli altri mammiferi. E anche verso l’uomo è piuttosto diffidente. Il suo istinto più sviluppato è l’olfatto. Grazie al naso allungato si muove velocemente sul terreno in cerca di prede. In estate si muove molto, per accumulare scorte di grasso per l’inverno. Cambia tana anche 20-30 volte. Da ottobre ad aprile va in letargo, mentre da maggio si accoppia. In media vive 3-4 anni, ma in un ambiente ideale può sopravvivere fino a 10.
Tenerissimo esemplare di riccio
La particolare alimentazione del riccio lo rende un animale molto utile nell’agrosistema dell’orto. È infatti un abile cacciatore di topi: è in grado di scovarne i nidi, uccidere la madre e fare incetta di topolini appena nati.
È famoso per uccidere le vipere, essendo la corazza di aculei protettiva contro i loro morsi. Si nutre inoltre anche di piccoli insetti o invertebrati presenti comunemente tra le colture, come ad esempio le limacce o le larve terricole. Mangia anche i lombrichi, il che, però, non è molto positivo per il terreno.
I pericoli per il riccio
In generale, il riccio tornerà nel vostro terreno se trova cibo e non corre pericoli. Se usate pesticidi in polvere, ad esempio per le lumache, rischiate seriamente di avvelenarlo. Altro pericolo è quello di essere investiti dalle auto durante i loro spostamenti. Ad oggi, questa è per loro la causa principale di morte.
Un altro problema si ha quando non riesce a fare abbastanza scorte per l’inverno, prima del lungo periodo di letargo. Se la temperatura scende troppo e le riserve di grasso sono minime, rischia la morte per inedia. In caso di difficoltà, può svegliarsi dal letargo e andare alla ricerca di cibo. Se siete a conoscenza della presenza di ricci nelle vostre zone, potete quindi aiutarli lasciando in giro del cibo; pare amino molto le crocchette di cani e gatti. Evitate di dargli il latte vaccino, giacché contiene lattosio, per lui tossico.
Fonte: coltivazionebiologica.it