Grazie alla tecnica del wolf howling (ovvero l’ululato indotto) è stato possibile localizzare ben 20 branchi di lupi nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Ciò conferma l’ipotesi di una stabilizzazione della popolazione del lupo all’interno del Parco e del probabile raggiungimento della capacità portante della specie in relazione al territorio preso in esame.
Si è dunque concluso il censimento dei branchi riproduttivi di lupo presenti del territorio del Parco, censimento facente parte del progetto LIFE Mirco Lupo; i dati raccolti grazie all’ausilio dei dati satellitari (di cui vengono muniti i lupi che vengono catturati nell’ambito di questo progetto) hanno così permesso di rilevare anche una marcata attività di predazione sui cinghiali, con conseguente azione di contenimento di questi ungulati; si tratta di risultati, questi, assolutamente rilevanti e che mettono in evidenza come il lupo abbia recuperato il suo ruolo ecologico di predatore ai vertici della catena alimentare.
Le operazioni di censimento sono state effettuate dai tecnici del Parco e del progetto Mirco Lupo in collaborazione con i Carabinieri Forestali, partner di progetto insieme al capofila Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, all’Istituto di Ecologia Applicata (IEA) di Roma e alla Società di Comunicazione Carsa.