Paesi nascosti, l’incredibile storia del borgo fantasma di Sperone

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Paesi nascosti, l’incredibile storia del borgo fantasma di Sperone, fonte www.paesifantasma.it

Il borgo di Sperone è situato nel territorio di Gioia de Marsi e dista circa sette chilometri da una località chiamata “La Forchetta”, che si trova ad un’altitudine di 1240 metri, con spettacolare panorama sulla vallata del Fucino. Si tratta di un borgo fantasma, abbandonato, disabitato e che viene spesso visitato soprattutto quando vengono organizzate delle escursioni. Il nome ha origine dall’unione di due castelli; Sparnasio e Asinio. Da qui nasce, per l’appunto, Speron D’Asino. Osservando ben da vicino questo borgo, balza subito all’occhio la bellezza incredibile delle due chiese (la chiesa di Santa Maria e quella di San Nicola) e della torre, quest’ultima risalente al XIII secolo e costruita dai conti Berardi come sistema difensivo efficente.

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Era infatti una perfetta torre di avvistamento, alta 18 metri e con un diametro di 8 metri e tutte le abitazioni vennero costruite esattamente intorno a questa struttura imponente. Ci sono moltissime leggende che riguardano questo borgo; la più frequente è quella relativa al Duca padrone del borgo, che si dice possedeva un serpente che usava per uccidere i giovani fidanzati delle donne di cui voleva approfittare, facendo successivamente credere che erano stati morsi dalle numerose vipere qui presenti. I corpi delle vittime venivano poi seppelliti in un campo di margherite per sua specifica volontà. Nel borgo di Sperone, fino ad una decina di anni fa circa, era completamente assente persino l’energia elettrica e le uniche fonti di luce disponibili erano le lucerne ad olio, le torce impregnate di grasso di montone e le candele.

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Stesso discorso anche per quel che riguarda l’acqua, che non raggiungeva le abitazioni ma veniva utilizzata grazie alla presenza delle fonti vicine. Trovandosi in una posizione particolare, a causa anche delle condizioni economiche e del terremoto del 1915, gran parte degli abitanti decisero di abbandonare le proprie abitazioni, spostandosi più a valle e dando vita ad un nuovo paese. Il nuovo borgo, tuttavia, era privo di una chiesa per le funzioni e i festeggiamenti del santo patrono, così gli abitanti decisero di ristrutturare la chiesa di San Nicola e questo diede vita ad una usanza ancor oggi viva, che consiste in un cammino attraverso l’antico sentiero che conduce al vecchio paese come pellegrinaggio al santo.

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