Orso visibilmente spaventato per il centro di Pescina (VIDEO)

Una primavera movimentata quella attuale e sempre grazie all’orso che ultimamente, anche grazie all’arrivo della bella stagione, ha ricominciato a farsi vedere piuttosto spesso.

Dopo gli avvistamenti a Celano e Leonessa (Lazio), oggi è stato il turno di Pescina sempre all’interno dei confini del Parco Regionale del Sirente Velino.

In molti hanno postato attraverso i propri canali social delle immagini e dei video che ritraggono il plantigrado a spasso per il borgo di Pescina.

Immagini inusuali che a dire il vero mostrano l’animale piuttosto in confusione e spaventato, tanto o se non più degli abitanti del borgo che improvvisamente si sono ritrovati correre l’animale davanti.

Ricordiamo che il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, ma anche il WWF Abruzzo, qualche tempo fa hanno lanciato un monito su come comportarsi nel caso in cui si dovesse incontrare un orso.

COSA FARE E COSA NON FARE, LE RACCOMANDAZIONI DEL WWF ABRUZZO –

Se si osserva un orso in lontananza non proseguite il vostro cammino, ma fermatevi e rimanete fermi ad osservarlo. Una raccomandazione è di non avvicinarsi mai a meno di 100 metri di distanza.

Il PNALAM tramite le sue pagine web ha spiegato più volte e chiaramente i disagi che possono provocare le apparizioni del plantigrado all’interno dei borghi, sia per l’essere umano che per l’orso stesso.

  1. Un orso che entra in un paese e si trova ad essere esposto ripetutamente alla presenza ravvicinata di persone, senza ricevere esperienze negative, può abituarsi all’uomo; questo si traduce in animali facilmente avvicinabili, ovvero che tollerano la presenza di persone a distanze più brevi rispetto ad animali più schivi.
  2. L’orso può avere accesso a risorse “facili” e nutrienti se non messe in sicurezza e/o protette (es. mangime, arnie, pollai, bestiame, orti, ecc.), e subire facilmente un condizionamento dal punto di vista alimentare, che lo porterà ad entrare continuamente nei centri abitati per trovare cibo, finendo per perdere qualsiasi forma di diffidenza.
  3. Le persone poco informate possono adottare comportamenti inappropriati e incauti:
    • reazioni di fuga o aggressive che possono far sentire l’animale minacciato;
    • avvicinamenti a distanze che possono spingere l’orso ad attaccare per difendersi,
    • eccessiva confidenza da parte delle persone che dimenticano di avere davanti un animale selvatico;
    • alimentazione fornita dalle persone volutamente che finisce per condizionare ancora di più l’orso.

Un orso confidente e condizionato può diventare attore di ripetuti incidenti “spiacevoli” con l’uomo.

Ricordiamoci che per l’orso, muoversi all’interno di un centro abitato, non è come camminare in un bosco o in montagna, e quindi in un ambiente naturale.

La struttura stessa di molti paesi in Appennino, fatti di vicoli stretti e angusti, può determinare incontri ravvicinati e a sorpresa tra uomo e orso mettendolo facilmente alle “strette” (es. inseguimento da parte di cani o persone) e senza vie di fuga.

Quali sono le conseguenze di questi incidenti? 

Incremento dei conflitti economici (danni) e sociali (disagio e paura), e rischio di dovere “rimuovere” l’orso a fini gestionali (es. mettere in cattività).

Quindi, sottovalutando i rischi di avere un orso in paese, possiamo trovarci di fronte alla scelta “obbligata” di perdere un individuo e incidere sulla sopravvivenza di questa popolazione.

Da un punto di vista sociale la non accettazione e tolleranza da parte delle popolazioni è la causa che può maggiormente minacciare la sopravvivenza dell’orso e renderlo anche vittima di atti illegali.

Questo fenomeno può acuirsi in maniera drammatica al di fuori delle aree protette, e soprattutto in aree di recente espansione, dove le persone non sono più abituate a convivere con l’orso da secoli.

L’osservazione di un orso è una forte attrattiva e può sicuramente aiutare a sensibilizzare le persone e creare maggiore empatia con la natura.

Ma è necessario farlo a distanze ravvicinate, rischiose e in situazioni non “naturali”?