Omar Di Felice raggiunge l’Everest in bici a 5364 metri

Nuova impresa di Omar Di Felice. Raggiunto il campo base ai piedi dell’Everest.
Dopo 1294 chilometri e 34586 metri di dislivello finalmente sono arrivato quassù con la forza delle mie gambe e delle mie braccia. Ma anche della mente e del cuore.
Ed ora quassù, da solo, tutto il resto sparisce e ci sono solo la gioia, l’emozione e l’orgoglio per questi 19 lunghi giorni inseguendo un sogno.
Io, la mia bicicletta e, di fronte a me, la montagna più alta del mondo.
Ho finalmente raggiunto “il mio Everest
”.

Omar Di Felice

Omar Di Felice ha raggiunto il campo base ai piedi dell’Everest

L’ennesima impresa di Omar Di Felice, 40 anni, romano, laurea in design, ex corridore professionista e soprattutto ‘tricolore’ di ultracycling, è divenuta realtà. Un’impresa che ‘nasconde’ una dedica speciale:
13 anni fa quando ci siamo conosciuti, io stavo uscendo da un cambiamento importante nella mia vita. Avevo appena smesso con il professionismo e stavo riorganizzando il mio futuro.
Durante una delle nostre prime cene fuori ti parlai dell’Everest. Ricordo quel giorno come se fossi oggi. Tornando al parcheggio dal ristorante a Piazza Fiume, Roma, ti confidai che prima o poi avrei voluto raggiungere il Campo Base dell’Everest. Mi guardasti sorpresa. “E ora questo con cosa se ne esce?”. Devi averlo pensato, ne sono certo. Allora non sapevi nulla di ciclismo, di avventure né di come sarebbe cambiata la nostra vita. Non lo sapevo neanche io in realtà.
In questi anni abbiamo vissuto una vera e propria avventura. Se ripenso a tutti i momenti trascorsi mi emoziono. Non è semplice scegliere di stare accanto a una persona come me: in confronto alle scelte che ho fatto la tua, di gran lunga, le supera tutte.
Hai ispirato il mio cammino, accompagnandomi ogni giorno silenziosamente. Tu forse non lo sai, ma tutto ciò che mi ha permesso di realizzare ogni singolo sogno, e di tornare a casa sano e salvo, è stato quel filo rosso invisibile che hai avuto il potere di stendere.
Se c’è una cosa che ho promesso a me stesso è stata quella di non anteporre mai il rischio alla sicurezza di tornare a casa. Mai.
Nessun obiettivo temporaneo potrebbe valere la grandezza di questa grande avventura che stiamo scrivendo a quattro mani.
Oggi, di fronte all’Everest, è stato come fare un lungo salto indietro. In un istante ho rivisto tutto, così chiaro davanti a me.
E se ora sono qui, 13 anni dopo quella cena e quella frase buttata lì (a cui forse non credevo neanche io) lo devo anche e soprattutto a te e a come hai saputo assecondare i miei sogni senza mai limitare la mia voglia di salire in alto
“.
Omar Di Felice e la dedica speciale