Cavalli sbranati in Molise
Cavalli sbranati dai lupi o morti di stenti in Molise. La colpa non è solo della fauna selvatica, bensì di alcuni allevatori senza scrupoli. Questa è la denuncia dell’Associazione IHP, Italian Horse Protection, attraverso un VIDEO documentario.
La Procura di Isernia ha deciso di riaprire le indagini per accertare – sembra – eventuali reati legati anche all’utilizzo dei soldi pubblici percepiti per gli equini (500 euro a capo) e per la costruzione di stalle e recinti, oltre che per riscontrare i danni al patrimonio ambientale.
Dopo quello fatto da IHP, ci sono nuovi esposti per denunciare il comportamento di alcuni allevatori che causerebbe un presunto maltrattamento dei cavalli di razza Pentro, tutelati da una legge regionale, e il presunto eccessivo sfruttamento del Pantano della Zittola, che ricade nel comune di Montenero Val Cocchiara in Molise.
La questione ha suscitato e continua a suscitare clamore anche perché si tratta della controversa vicenda degli allevamenti allo stato semibrado, presenti in Molise in provincia di Isernia, rispetto ai quali da anni vengono segnalate irregolarità e presunti maltrattamenti.
Gli allevatori dovrebbero sottostare ad alcune prescrizioni sull’accudimento dei cavalli e sull’uso dei pascoli, per garantire il benessere degli animali e la salvaguardia dell’ambiente: cosa che alcuni fanno, mentre altri abusano regolarmente, stando alle denunce e a quanto documentato.
A Montenero Val Cocchiara questi animali sono esposti a fame, freddo e rischio di attacco di predatori: diversi cavalli sbranati sono stati rinvenuti nel tempo. Oltre ad ignorare i periodi di chiusura dei pascoli, alcuni allevatori costruiscono chiusure abusive delle strade cittadine allo scopo di evitare che i cavalli, risalendo dal Pantano, arrivino fin dentro il paese.
Cavalli sbranati e maltrattati, situazione inammissibile
La questione del cavalli sbranati e maltrattati ha interessato anche la regione Molise, la quale ha chiesto interventi alle autorità competenti per far smantellare queste chiusure abusive, spesso realizzate con filo spinato, ma le sollecitazioni non sono servite a nulla.
A segnalare le irregolarità già nel 2016 era stato il Corpo Forestale dello Stato, che aveva denunciato l’inadeguatezza delle strutture di allevamento, visto che in alcuni casi erano sprovviste di letamaia. Purtroppo, però, lo scenario è rimasto immutato.
Per tutelare i cavalli, l’associazione Italian Horse Protection si è rivolta anche ai Carabinieri Forestali di Forlì del Sannio, ma non è andata come sperato. Infatti, come riportato dai rappresentanti dell’associazione, il Comandante li avrebbe accusati di dichiarare il falso perché i cavalli a suo avviso possono stare tutto l’anno su quei terreni e li ha addirittura ammoniti sul rischio di muovere accuse di reati senza averne certezze.
Ad oggi, da quanto dichiarato dal Presidente di IHP Sonny Richichi, nessun intervento è stato predisposto: gli animali hanno trascorso l’inverno in quei terreni in condizioni inaccettabili, sulla neve e sul ghiaccio, senza foraggio, senza ripari, senza accudimento e abusivamente.
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