Pericoli del tempo in montagna: rischiare la propria vita e mettere a rischio quella degli altri

Argomento molto spesso dimenticato e trascurato, da chi assiduo frequentatore della montagna sono i cambiamenti del tempo.

Avere una conoscenza di base che, permetta quanto meno di sapere interpretare delle condizioni meteorologiche risulta necessario per poter effettuare un’escursione.

I fenomeni meteorologici che si sviluppano in montagna possono influenzare e modificare, allo stesso tempo, l’ambiente e il terreno in cui si trovano gli abitanti della montagna stessa, o di chi la frequenta.

Il livello di sicurezza può essere implementato attraverso dei comportamenti che, siano in grado di minimizzare il rischio. Ad esempio, risulta fondamentale, essere consapevoli dei pericoli ai quali si sta andando incontro e che potrebbero venirsi a generare con l’arrivo di un temporale (ad esempio).

In montagna, specie nei periodi estivi, si verificano dei temporali.

Temporali che, molto spesso, vengono accompagnati da scariche elettriche. I fulmini presentano un grave pericolo per l’uomo, basti pensare a quante persone perdono la vita, ogni anno, a causa di un temporale.

Le cariche elettriche, generalmente, si concentrano sulle superfici che presentano un grande angolo di curvatura. In particolare quindi sulle punte .

Cime delle montagne, torrioni, creste, campanili, alberi isolati ad una quota elevata sono i punti preferiti dalle scariche elettriche.

Dal momento in cui si verifica la scarica elettrica, sono in pericolo tutti gli oggetti che si trovano ad una distanza inferiore ai 30 m.

Le folgorazioni dirette causano morte soprattutto se, la corrente elettrica, passa attraverso il corpo e i vasi sanguigni , per poi scaricarsi a terra. Un aggravante sono poi i vestiti bagnati, perché l’acqua riduce la resistenza elettrica fino a circa 100 volte.

Allo stesso modo, piuttosto pericolose sono le scosse secondarie che si propagano sul terreno disperdendosi. In particolare,  si propagano sulle creste delle montagne scegliendo il percorso che offre meno resistenza.

E’ consigliabile, prima di cominciare una passeggiata in montagna, informarsi, non attraverso le APP, ma consultare il bollettino METEOMONT o le previsioni di un professionista del settore.

Bisogna poi pensare che, si rischia di mettere a repentaglio la vita di chi ci sta intorno e di chi poi dovrà venire a salvarci dal pericolo.

Questo è quel che è accaduto ieri sul Grignetta, Piana dei Resinelli (Lecco), e che sono stati costretti a fare i membri del Soccorso Alpino per portare in salvo due persone…per ore, sotto fulmini, temporale e grandine.

7 ORE TRA FULMINI E GRANDINE PER GLI UOMINI DEL SOCCORSO ALPINO CHE SALVANO DUE ESCURSIONISTI.

Sette ore di operazione, dalle 2 alle 8 passate di oggi, domenica, in un canale in Grignetta (Piani dei Resinelli, Lecco) in condizioni estreme sotto acqua, grandine e fulmini per salvare due escursionisti: un uomo e una donna di Cantù. Quanto hanno fatto i volontari del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS della Stazione Grigne di Lecco, della XIX Delegazione Lariana, è stato molto più che encomiabile. “Anche questa volta ce l’abbiamo fatta, ma abbiamo rischiato tantissimo per via del maltempo – commenta Giuseppe Rocchi capo stazione della stazione Grigne di Lecco – Mi complimento con tutti per l’ottimo lavoro svolto”. I due escursionisti sarebbero saliti in nottata in cima alla Grignetta (2184 m), quando hanno capito che il maltempo previsto stava arrivando, hanno intrapreso la discesa lungo il sentiero Cermenati perdendo però la strada e infilandosi in un canale. Il maltempo ha poi fatto il resto, rendendo la situazione già di per sé difficile ancor più complicata e pericolosa.

soccorso 1

All’1 e 40 di notte la prima squadra è partita dopo la chiamata di soccorso con il maltempo che già imperversava. Poi è stata necessaria una seconda squadra, mentre una terza, del Triangolo Lariano, è stata allertata per via della difficoltà dell’intervento e soprattutto delle condizioni meteo divenute proibitive, con il timore che qualche fulmine potesse colpire uno dei volontari. “Si è trattato di un’operazione delicata – spiega Rocchi – Con quelle condizioni meteo è stato difficile individuarli e solo una brevissima schiarita di pochi istanti ci ha permesso di scorgerli nel canale in cui si erano infilati. A quel punto, vista la zona impervia e il maltempo che imperversava, è stato necessario installare delle corde fisse con l’ausilio di trapani. Com’è noto, avere attrezzature metalliche addosso, tra le quali anche radio e telefonini, sotto un temporale è alquanto pericoloso. Inoltre, i due escursionisti, non avevano nulla con cui coprirsi e abbiamo portato loro qualcosa da indossare anche se, la pioggia battente e la grandine, hanno bagnato tutto quello che potevano bagnare”.

Quindi il capo stazione Rocchi chiosa con un monito: “Non è possibile tenere un comportamento del genere. Da giorni davano un’allerta meteo proprio in nottata. Farsi sorprendere in quel modo è inammissibile, tenuto conto poi che i due, a quanto pare, non conoscevano bene la zona. Oltre alla loro incolumità hanno messo a repentaglio anche quella di altre 8 persone. Alla fine è andato tutto per il meglio, e meno male, ma questa volta abbiamo rischiato parecchio.