Mauro Corona afferma che il lupo è stato reintrodotto
‘Caro Mauro Corona, nessun lupo è mai stato reintrodotto in Italia. A dire il vero non è mai stato reintrodotto nemmeno in Europa’. Così reagiscono (giustamente) gli esperti di Io non ho paura del lupo.
Eppure, nel corso della puntata di Cartabianca andata in onda su Rai3 il 6 settembre, Mauro Corona afferma di “sapere per certo” che il lupo è stato reintrodotto da qualcuno in “alta Italia”.
Un messaggio devastante, questo, in diretta TV, distruggendo così in un attimo anni di lavoro di professionisti, studiosi, associazioni e sopratutto allevatori che attraverso il loro buon esempio e il loro lavoro si adoperano per una corretta informazione, scientificamente provata e verificata: quella che dovrebbe essere lo standard nella TV pubblica pagata con i soldi degli italiani.
Sì, perché notizie come questa lanciata da Mauro Corona, senza alcun fondamento scientifico, distruggono in primis il lavoro degli allevatori che da anni coesistono con il lupo nel nostro paese, così come il lavoro di alcuni pastori Alpini che, con grande impegno, stanno adottando le misure di prevenzione necessarie a garantire un futuro in montagna all’uomo e ai grandi predatori come orso e lupo, specie fondamentali per i nostri ecosistemi, continuamente messe a rischio, bracconate, uccise o umiliate.
Mauro Corona sottovaluta alcuni aspetti
Mauro Corona, così come noi umani, tende a sottovalutare le capacità di spostamento degli animali, come se, solo per il fatto di non poter guidare un’automobile o prendere un treno, debbano essere condannati a trascorrere la loro vita nel raggio di pochi chilometri quadrati.
Alcune specie terrestri, fra cui il lupo, sono invece in grado di compiere grandi spostamenti: decine di chilometri in un solo giorno anche solo nell’ambito del proprio territorio, che possono diventare di diverse centinaia di chilometri nel giro di qualche mese se si tratta di dispersioni.
La dispersione è un comportamento caratteristico della specie ed è un processo dinamico e graduale nel quale i giovani abbandonano il branco d’origine e il territorio stabile su cui insiste, per andare in cerca di un nuovo territorio adatto, e di un lupo del sesso opposto con cui riprodursi e insieme al quale dare vita a un nuovo branco.
I giovani lupi in dispersione si trovano a dover percorrere anche grandi distanze e sono esposti a molteplici pericoli durante il loro viaggio: insidie naturali (aggressioni con altri lupi di branchi territoriali, scarsità di risorse alimentari e difficoltà a predare da solitari) e pericoli rappresentati dall’uomo.
I lupi in dispersione infatti, spesso attraversano anche zone antropizzate e abitate, dove il rischio di essere investiti è elevato a causa della frammentazione del territorio imposta dalle vie di comunicazione. La mortalità di questi animali è quindi elevata.
L’elevata capacità di dispersione della specie è alla base del processo di ricolonizzazione naturale del lupo in Europa insieme ad altri fattori di natura ecologica e sociale.
In Italia, ad esempio, a partire dalle poche decine di lupi sopravvissuti all’estinzione in alcune zone dell’Appennino centro-meridionale, generazione dopo generazione, la specie ha riconquistato i territori da cui era stata eradicata (sulle Alpi, nei primi del ‘900).
Concludendo, ci auguriamo fermamente che Mauro Corona, insieme a Bianca Berlinguer e a tutta la redazione di Cartabianca, così come al direttore di Rai3 Franco Di Mare, – vogliano informare correttamente i telespettatori, raccontando come il lupo abbia fatto tutto da solo, tornando a popolare le nostre montagne in maniera naturale senza l’aiuto dell’uomo e di come questa specie, ancora oggi, sia un simbolo del nostro paese da salvaguardare e sul quale creare cultura e conoscenza tra gli italiani.
L’orso, la marmotta e lo stambecco sono invece SÌ stati reintrodotti da progetti istituzionali, alcuni davvero ambiziosi, il tutto alla luce del sole e con risultati di successo.