Allenatori e maestri di sci: intervista doppia con Barbara Milani e Christian Arcangeli

I Maestri di Sci sono tutti uguali, non ne esistono di serie A e di serie B, a maggior ragione in virtù di titoli non riconosciuti legalmente come quelli federali, che non sono delle abilitazioni. Dal punto di vista legale non esistono ‘allenatori’ e ‘sci club’, esistono solo ‘maestri’ e ‘clienti’.

Quindi il paradosso che ormai è sotto gli occhi di tutti è che chiunque, di qualunque età, anche se dilettante dello sci, si prenda una tessera federale e si iscriva a una competizione più o meno amatoriale purché sotto un’egida di Federazione, diviene ‘atleta’, che per il tramite del proprio sci club ha diritto di accesso agli impianti in funzione.

Mentre nulla il DPCM dice sulle categorie di sciatori che professionalmente hanno un sacrosanto diritto sancito dalla legge a stare sui campi da sci. Poiché depositari di una abilitazione professionale di altissimo livello tecnico conseguita con esame di stato ed iscrizione all’albo (maestri di sci in primis) che si trovano ad essere escluse dalla norma, malgrado legalmente siano sciisticamente molto più titolate dei c.d. ‘atleti’, pur non avendo incarichi ‘federali’.

Abbiamo voluto approfondire la questione interpellando due rappresentanti delle categorie in questione, un maestro di sci ed un’allenatrice. Abbiamo rivolto loro cinque domande alle quali hanno risposto molto volentieri.

Maestri di sci

Maestri di sci e allenatori: intervista doppia

Lo abbiamo chiesto a Barbara Milani, ex atleta della Squadra Nazionale di Sci Alpino, ora maestra di sci a Sestola, allenatore ed istruttore nazionale ed a Christian Arcangeli, maestro di sci presso la stazione sciistica di Campo Felice.

1) Via libera alle attività invernali seppur con una serie di limitazioni come, per esempio, la vendita degli skipass contingentati e gli impianti di risalita aperti ma con una capacità del 50% sul totale. Sarebbe stata la soluzione migliore?
B.M. – “La soluzione migliore era già stata individuata e gran parte delle società impianti si erano adoperate impegnando risorse per essere pronte a questa disposizione.
In Svizzera e in Austria, cosi come in Slovenia lo sci per tutti non ha evidentemente creato problemi di sorta e a ben guardare nemmeno in Italia laddove si sono svolti gli allenamenti di “atleti di interesse nazionale”. Bisognerebbe dunque riflettere sui divieti allo sci che come tante altre limitazioni senza molto senso lasciano il tempo che trovano…
Mi è sembrata una decisione, quella di chiudere a prescindere, presa deresponsabilizzando chi magari, non convinto del tutto, lo ha fatto un po’ come fece Ponzio Pilato… lavandosene allegramente le mani. E’ stata anche un’operazione di facciata, poco dignitosa in relazione alle migliaia di operatori della montagna. Si è usato il pugno duro laddove il colpo avrebbe fatto meno male (solo l’11% dei votanti vive sui monti…). Un po’ una vigliaccata insomma”.
C.A. – “Secondo me sarebbe stata una buona soluzione contingentare gli skipass.
Anzi, si era arrivati ad un accordo del 30% sulla massima capacità di portata degli impianti. Avrebbe permesso alle varie attività che gravitano intorno agli impianti sciistici di sopravvivere ed oltretutto noi maestri saremmo stati utili alle stazioni
come ausilio alle autorità di vigilanza per il mantenimento dei protocolli anticontagio
“.

2) Per quanto riguarda invece le lezioni con i maestri di sci, sarebbe stato giusto sottoporli a tamponi periodici?
B.M. – “Questa è una domanda alla quale non sono in grado di rispondere.
Mi verrebbe da dire che il maestro dovrà diventare ancora di più responsabile nei comportamenti al fine di tutelare sè stesso, gli allievi e la scuola nella quale insegna. Direi una cosa scontata.
Dunque un atto di responsabilità voluto e dovuto dal momento che mai come ora i maestri di sci avranno bisogno di lavorare
“.
C.A. – “Il tampone periodico, anche giornaliero, sarebbe stata un’ottima soluzione e avrebbe dato una certa serenità agli allievi“.

Maestri di sci

Maestri di sci e allenatori: Barbara Milani

3) Gli allenatori e gli Sci Club sono accusati in questi giorni di esercitare la professione continuando a sciare e sostituendo di fatto il ruolo delle scuole sci e dei maestri. Il suo parere?
B.M. – “Questo è un argomento molto delicato che andrà assolutamente affrontato nel prossimo futuro.
Credo che una seria tutela della figura del maestro di sci, in carico principalmente al Collegio nazionale, debba assolutamente passare attraverso il chiarimento del suo ruolo inteso nelle sue diverse sfacettature.
Personalmente, quando facevo l’atleta, venivo allenata da “semplici” maestri di sci che mi hanno insegnato bene e portato ad affrontare con adeguata preparazione gare dei massimi circuiti (Coppa Europa e Coppa del mondo). Vero è che all’epoca gli allenatori federali erano molto meno numerosi.
Il ‘semplice’ maestro di sci può dunque insegnare ad andare forte laddove le condizioni della pista lo consentano? Ciò in considerazione del fatto che potrebbe essere proprio quello l’obiettivo dell’allievo, soprattutto se avviato all’agonismo … Questo è il nocciolo della questione!
In questo senso credo che vi sia poca chiarezza. Attualmente il pensiero dominante è che solo un allenatore federale sia autorizzato a far progredire gli allievi verso lo sci agonistico e ciò non mi trova totalmente d’accordo.
Una cosa che ho percepito chiaramente in questi mesi è l’enorme sofferenza dei maestri di sci, forzatamente appiedati e abbandonati da parte di chi avrebbe dovuto tutelare una professione che nei fatti è stata snobbata da tutti, politici molto poco attenti ed informati in primis
“.
C.A. – “Si è interpretato il tutto in maniera sbagliata. Le scuole di sci non sono state sostituite, poichè comunque gli sci club lavorano con allievi che già hanno capacità tecniche. E’ giusto che gli allenatori continuino a svolgere la loro attività, considerando che molti hanno comunque una loro squadra gare e che gli atleti continuino ad allenarsi“.

4) Piste da sci chiuse. Con la tessera FISI anche il principiante diventa ‘atleta di interesse nazionale’ aggirando, di fatto, i divieti del Governo?
B.M. – “Posso dire che all’inizio il messaggio è stato praticamente questo ma credo che nel tempo le cose si siano chiarite.
Nei fatti non basta la tessera FISI ma occorre il certificato di idoneità fisica all’agonismo (visita medico sportiva); occorre inoltre una adeguata attrezzatura tecnica, il casco omologato per le gare, gli sci con raggi di curva allineati ai regolamenti FIS e che richiedono capacità tecniche e fisiche che travalicano quelle normalmente espresse da uno sciatore da diporto; occorre poi partecipare alle competizioni. Poi i furbi e i profittatori si trovano sempre ed ovunque, anche a causa di una giungla di regolamenti spesso poco chiari che alcuni interpretano evidentemente a loro vantaggio
“.
C.A. – “Con ogni probabilità è non è stata una buona idea tesserare anche ragazzini neofiti, dettata più dalla ‘sopravvivenza’ e dal ‘guadagno’. Questa pratica è avvenuta, fortunatamente, in poche località che personalmente non conosco“.

Maestri di sci

Maestri di sci e allenatori: Christian Arcangeli

5) Maestro di sci Vs allenatore federale. Che differenza c’è? Ma, soprattutto, perché questa differenza?
B.M. – “Ho già risposto a questa domanda nel terzo quesito“.
C.A. – “Fondamentalmente sono entrambi maestri di sci. Si differenziano prevalentemente in quanto l’allenatore di sci alpino è la figura professionale abilitata ad operare ai fini dell’insegnamento della tecnica e della preparazione agonistica. In altre parole, gli allenatori sono i tecnici che preparano gli atleti ai fini di gareggiare nelle competizioni. Il maestro di sci si occupa di insegnare la tecnica dello sci dai fondamentali fino ad arrivare alle tecniche più evolute, in pista, negli snowpark o fuoripista. Il maestro di sci fa prevalentemente promozione del territorio accompagnando il proprio allievo sulle varie piste dei comprensori e insegnando al contempo la tecnica ed un po’ tutte le regole dei comportamenti da attuare in pista. Diciamo che il maestro forma l’allievo dai basilari, per rendere consapevole il futuro sciatore“.

6) Vuole aggiungere qualcosa in merito alla questione?
B.M. – “Se posso aggiungere un mio pensiero, non si tratta solamente di diventare atleti o di interpretare regolamenti farragginosi ma dell’avere indicato il settore della montagna come capro espiatorio nell’ambito del contagio da coronavirus.
L’8 marzo prossimo sarà un anno che ci ritroviamo in questa situazione da incubo e in questo lungo e penoso divenire non ho apprezzato alcun segnale da parte di chi ci governa (e dunque dovrebbe in primis rappresentarci) nella direzione di schiarire un minimo l’aria pesante che da allora respiriamo. Anzi, la montagna è stata rappresentata solamente come un parco giochi nel quale non è più possibile divertirsi e non come un luogo dove migliaia e migliaia di persone vivono con fatica e lavorano tra mille difficoltà oggettive.
Ci ritroviamo dunque ad un anno di distanza nel bel mezzo di una crisi pazzesca e se non si troveranno a breve soluzioni che ci consentano di LAVORARE (l’Italia è o meglio dovrebbe essere una Repubblica democratica, fondata sul lavoro) piuttosto che essere ristorati peraltro in modo poco dignitoso… maestri, allenatori, impiantisti, albegatori e quanto ne consegue abdicheranno e lo sci sarà estinto.
Tutto cio che in questi anni è stato fatto per ripopolare la montagna e per valorizzarla (non molto in realtà a giudicare dai dati ISTAT) andrà perso. Questo cari amici porterà gravissime conseguenze anche a chi ora governa in una città come Roma, lontana dalle difficoltà oggettive che si vivono sui monti
“.
C.A. – “La mia recriminazione principale è dovuta al fatto che a noi maestri non è stata data la possibilità di sciare e quindi allenarsi per mantenere un elevato livello tecnico. Questa è una professione estremamente complicata, poiché noi maestri abbiamo il dovere dimostrare ed insegnare la tecnica all’allievo nel miglior modo possibile. Dal mio punto di vista, questa professione è stile di vita e pura passione, messa in risalto dall’amore che ho per lo sci che pratico da quando avevo tre anni. Attualmente, per mantenermi in forma e allenarmi, anche grazie all’ottimo innevamento, ho utilizzato degli sci da Alpinismo godendo, nonostante tutto, del piacere di sciare“.