L’ululato del Lupo Appenninico tra le nevi del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise immortalato con un meraviglioso video da Pietro Santucci.
L’ULULATO DEL LUPO APPENNINICO TRA LE NEVI DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, ECCO IL VIDEO DI PIETRO SANTUCCI
Le nostre montagne appenniniche offrono ambienti naturalistici e paesaggi unici che spesso e volentieri nel corso degli anni hanno regalato delle situazioni davvero memorabili.
Specialmente all’interno dei confini del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise spesso e volentieri abbiamo assistito a delle documentazioni di animali davvero entusiasmanti.
Basti pensare alla meravigliosa storia di Amarena ed i suoi quattro cuccioli, dove tra questi era presente anche l’orso Juan Carrito morto la scorsa settimana perchè purtroppo investito da una automobile nei pressi di Castel di Sangro.
Lo stesso discorso è valido anche per altre documentazioni altrettanto importanti, come quelle che spesso hanno visto protagonisti i cervi nei laghi di Scanno, Barrea e molto altro, ma anche dei lupi che in molte occasioni sono stati immortalati in situazioni davvero eccezionali.
Quello che vedete è un video girato pochi giorni fa da Pietro Santucci, guida di Media Montagna e fotografo naturalista, che ha incontrato nel corso di una escursione fotografica un Lupo Appenninico in procinto di ululare ripetutamente per richiamare il branco.
Si tratta di un incontro molto particolare e difficilissimo da immortalare, se non con potenti teleobiettivi che riescono a mettere in evidenza l’immagine anche se a debita distanza.
Di seguito riportiamo le parole del Fotografo Santucci:
Anche oggi non ci possiamo lamentare, nonostante i – 14 gradi di questa mattina, l’uscita fotografica è stata ampiamente ripagata da buoni avvistamenti ed in particolare da un lupo che passandoci vicino ha iniziato ad ululare per riunirsi al branco.
Il video dell’emozionante episodio.
LUPO GRIGIO APPENNINICO, ECCO ALCUNE NOZIONI DA SAPERE
Il lupo grigio d’Italia fu prima riconosciuto come una sottospecie a parte dal lupo grigio europeo nel 1921, dallo zoologo Giuseppe Altobello, che notò come disponeva di una colorazione e e di una morfologia cranica diversa e che mostrava somiglianze incredibili con quella del cane e lo sciacallo dorato.
La classifica di Altobello fu inizialmente scartata da alcuni autori, incluso Reginald Innes Pocock, che lo classificò invece come sinonimo del lupo europeo.
Nel 2002 il paleontologo Ronald Nowak prendere di nuovo in considerazione la morfologia distinta del lupo grigio apenninico con uno studio effettuato su vari crani di lupi italiani ed europei, nonchè di alcuni cani. Fra i tratti distinti notati nei crani italiani c’erano un palato che presentava una forma snella tra i primi premolari, un osso frontale largo e un osso jugale sviluppato in maniera minore. E’ stato tuttavia con l’avvento della biologia molecolare che è stato finalmente possibile chiarire lo stato tassonomico del lupo apenninico.
Il Lupo Appenninico immortalato da Pietro Santucci nel corso del suo ululato
Da un’esame effettuato su alcuni campioni di DNA mitocondriale di 26 popolazioni di lupo condotto nel 1992, è stato scoperto che la popolazione italiana è fornita d’un aplotipo mitocondriale non condiviso con altri lupi. Ulteriori studi sul DNA mitocondriale dismostrarono che i lupi italiani non condividono aplotipi con i cani e gli altri lupi. Nel 2010, uno altro studio comparativo sugli aplotipi mitocondriali di 24 esemplari di lupo preistorico e lupi attuali risultò in un albero filogenetico rivelando la presenza di quelli che sono due aplogruppi. Tutti i campioni preistorici appartenevano all’aplogruppo 2 e indicavano, pertanto, che questa popolazione dominava in Europa per almeno 40,000 anni e oltre, prima e dopo l’ultimo massimo glaciale.
Sul nostro sito potete approfondire altre nozioni inerenti al Lupo Appenninico .
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