Nei giorni scorsi, in un apposito editoriale dedicato, concentrammo la nostra attenzione sulla situazione relativa al Lago di Pilato. Questo affascinante bacino appenninico è solito formarsi con lo scioglimento delle nevi e dei ghiacci nel corso della Primavera, oppure in seguito a forti piogge che possono verificarsi anche durante la stagione estiva. E sappiamo altrettanto bene che nelle acque di questo lago vive un crostaceo unico al mondo: il Chirocefalo del Marchesoni. Ebbene, il grande caldo che ha attanagliato l’Italia nella passata settimana (ma anche oltre, considerando che le temperature ormai superano i 35/36°C ormai da giorni) ha avuto, purtroppo, importanti ripercurssioni per quel che concerne la portata d’acqua del Lago di Pilato. La concomitante azione delle elevate temperature e della costante assenza di precipitazioni, ha causato il pressochè totale prosciugamento delle acque di questo piccolo bacino, mettendo a rischio anche la vita di questo bellissimo crostaceo.
Fortunatamente, come avevamo anticipato nel passato editoriale, le femmine di Chirocefalo sono riuscite a deporre le uova prima che l’acqua del lago di prosciugasse, permettendo così il ripopolamento della specie non appena verranno a crearsi nuovamente le condizioni favorevoli. A confermare questa è ipotesi è la biologa e guida del Parco dei Sibillini, Maria Gaetana Barelli: “Il Chirocefalo raffigurato è allo stato di Juvenis, quindi vicino alla maturità sessuale. Si tratta di una femmina con la sacca ovivera ancora priva di uova… questione di giorni e sarà piena di uova! Questa osservazione è molto importante e sta a significare che i chirocefali, qualora il lago, nei giorni a venire, si dovesse prosciugare il marchesonii avrà avuto il tempo di riprodursi e deporre le uova per l’anno successivo“. Le fotografie risalgono al 25 Giugno scorso, ciò significa che il Chirocefalo ha già deposto le uova e per il momento è dunque salvo. “Invito pertanto le persone che si recheranno sul Lago di Pilato da qui alla prossima Primavera di non entrare per alcuna ragione nei suoi invasi – prosegue la biologa – per non correre il rischio di calpestare le uova”.
Per le foto ringraziamo Gianluca Vignaroli.