Orso Marsicano: dovrebbe essere una specie protetta e unica al mondo da tutelare in tutte le maniere possibili, ma purtroppo non è così perchè in Abruzzo la popolazione dei plantigradi non aumenta e spesso è vittima di bracconaggio o incidenti.
ORSO MARSICANO, LA STRAGE SILENZIOSA DEI PLANTIGRADI E IL MODELLO ABRUZZESE
Negli ultimi anni ci troviamo spesso a commentare eventi tragici che riguardano l’Orso Bruno Marsicano, una specie unica al mondo, tra i plantigradi la meno aggressiva, e paradossalmente quella che subisce più perdite alla sua popolazione ogni anno che passa.

Orso Marsicano, la strage silenziosa dei plantigradi in Abruzzo. FOTO GIANPIERO CUTOLO
Ed è strano perchè nell’ultimo report stilato dagli esperti del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, gli esemplari di Orso erano stimati circa una sessantina di unità, un numero che tuttavia nel corso degli anni continua a non aumentare.
ORSA AMARENA, IL TRISTE EPILOGO CHE EVIDENZIA UNA PROBLEMATICA PIUTTOSTO GRAVE
La vicenda che ha riguardato Amarena è stata solamente l’atto finale di una situazione che continua a verificarsi da anni nel sistema abruzzese, che molto spesso viene elevato e messo in contrapposizione con quello di altre regioni senza mai però evidenziarne le falle.
L’Orsa Amarena è stata sparata e chi ha imbracciato il fucile ha messo fine ad una delle orse più prolifiche di sempre dell’Abruzzo, un simbolo vista anche la sua giovane età e la bellezza di sei figli all’attivo in appena 7 anni di vita.
Ci sono altri orsi che nel corso degli anni hanno fatto la stessa fine di Amarena, alcuni sono stati bracconati, altri invece vittime di incidenti.
LECCE NEI MARSI, DAL 2018 IL BORGO FREQUENTATO DA TRE ORSI. LA SCOMPARSA DELL’ORSO MARIO
Il borgo di Lecce Nei Marsi ad esempio è dal 2018 che è continuamente frequentato dall’Orso Bruno Marsicano. Un plantigrado sempre nel medesimo anno perse la vita durante un tentativo di cattura e mentre veniva anestetizzato, mentre l’Orso Mario che in precedenza era stato “radiocollarato” è dal 2019 che si dice sia scomparso.
Non era noto come l’orsa più famosa d’Italia, ma le sue incursioni nei borghi le portava a termine di tanto in tanto e riuscendo talvolta a far parlare di se. Di Mario dal 2019 non si hanno più notizie e si dice sia “scomparso”, probabilmente bracconato sostiene lo zoologo, Paolo Forconi, e poi fatto sparire.
Andando ancora più indietro nel tempo ricorderete sicuramente l’episodio di Pettorano sul Gizio, dove un uomo imbracciò il fucile e sparò al plantigrado che si era recato all’interno del suo pollaio.
Solo dopo un’attenta attività investigativa si risalì alla persona che gli aveva tolto la vita.
GLI INCIDENTI: I TRE ORSI CADUTI NELLA VASCA, QUELLI INVESTITI SULLE STRADE E LA MORTE DI J.CARRITO
Oltre agli episodi di bracconaggio che riguardano anche orsi ben meno famosi di Amarena, ci sono gli incidenti che ogni anni portano via qualche esemplare.
Ricorderete sicuramente le due orse investite nel 2019 in un periodo di scarsità alimentari, o i tre orsi che sono morti nella vasca tra i Comuni di Balsorano e Villavallelonga (l’Aquila).
Infine l’orso Juan Carrito che era il figlio di Amarena e che ha tragicamente perso la vita investito nei pressi di Castel di Sangro. Carrito era cieco ad un occhio, e le cause non sono mai state rese note.
Quel che è certo è che c’è da interrogarsi per quale motivo tutti questi orsi si avvicinino alle basse quote, in ambienti che non sono assolutamente consoni alla loro natura e alla gestione del così definito “modello abruzzese”, che sembra essere divenuta una tifoseria da stadio da adottare contro quella di altre regioni.
IL PERCORSO DI AMARENA E PERCHE’ SI E’ SPINTA FIN SAN BENEDETTO DEI MARSI , IL PENSIERO DI PAOLO FORCONI
Lo zoologo Paolo Forconi si è espresso sulla morte dell’orsa Amarena, evidenziando una problematica che secondo lui è di fondamentale importanza.
Perché Amarena si è spostata da Villalago a San Benedetto dei Marsi, a circa 20 km di distanza in linea d’aria?Lo spostamento di Amarena, così come quello di altri orsi, è dovuto alla scarsità di cibo in natura negli ultimi 2 mesi. Amarena non era mai arrivata a San Benedetto dei Marsi. Nella mappa è schematizzato lo spostamento di Amarena. In realtà ci sono stati molti spostamenti avanti e indietro tra i vari paesi.Nel 2014 un orso, non abituato all’uomo, fu sparato a Pettorano sul Gizio, sempre in un pollaio.Qualche anno fa anche l’orso Mario scomparve nella zona del Fucino, probabilmente bracconato, come nel caso di Amarena, e poi fatto sparire.Quanti orsi non abituati all’uomo e non conosciuti spariscono allo stesso modo, senza che nessuno se ne accorga? Sicuramente sono diversi e questo spiega l’assenza di crescita della popolazione degli orsi marsicani.La politica dei recinti elettrificati e dei cassonetti anti orso in realtà non dà i risultati sperati e porta gli orsi ad allontanarsi sempre più verso zone antropizzate e a rischio. In questa situazione di emergenza, almeno per il mese di settembre, occorre che gli enti competenti intervengano fornendo mele, pere e carcasse di cervo nel bosco. Meglio che gli orsi si alimentino di questi cibi naturali nel bosco, piuttosto che di rifiuti, galline e pecore nei paesi, con il rischio di essere bracconati o investiti. Ricordiamoci che nel 2019 furono investite 2 orse, sempre in un periodo di scarsità alimentari. Si trattava di un’orsa abituata all’uomo di nome Liberata e di un’orsa non abituata all’uomo.Non c’è differenza tra orsi abituati all’uomo o no, entrambi vengono investiti e bracconati.Riguardo la politica di tenere segreti gli avvistamenti degli orsi nei paesi, sostenuta dal Parco, è in realtà controproducente. Nessuno sapeva di Amarena a San Benedetto dei Marsi, tranne i residenti e i guardiaparco, e purtroppo è stata bracconata. Negli altri paesi, invece, la pubblicazione di foto e video in tempo reale contribuisce ad informare ed educare la popolazione al giusto comportamento con gli orsi e la presenza di appassionati e fotografi costituisce un deterrente ed un controllo capillare del territorio contro i malintenzionati.Nei prossimi mesi c’è il rischio che possano accadere altri incidenti a seguito della scarsità di cibo in natura.Gli enti competenti (Parchi, Regioni, Ministero, Ispra, ecc) saranno in grado di capire che l’attuale politica è dannosa per gli orsi e che deve essere cambiata?
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