Il rifugio Pomilio è pronto per la stagione invernale
Il rifugio Pomilio si prepara alla stagione invernale con tutti i mezzi a disposizione. Le premesse sono più che buone in questo posto incantato, spesso bistrattato e incartato dalla burocrazia.
Giorni fa siamo saliti a quota 1980 metri s.l.m. ed abbiamo potuto constatare che tutto funziona a meraviglia, dalla eccellente cucina all’organizzazione che la famiglia D’Emilio riesce a fornire ai numerosi escursionisti.
Il rifugio Bruno Pomilio è un rifugio montano situato sulla cresta della Maielletta, appartente al massiccio della Maiella, a 1980 m s.l.m., lungo la strada che da Passo Lanciano sale a cima Blockhaus, all’interno del parco nazionale della Maiella, nel territorio del comune di Rapino, in provincia di Chieti.
Di proprietà del Club Alpino Italiano – Sezione Maiella di Chieti, il rifugio, inaugurato nel 1953 e dedicato al giovane escursionista Bruno Pomilio, deceduto sui Pirenei nel 1939, è stato completamente restaurato nel 2007.
Fa parte del comprensorio sciistico di Passolanciano-Maielletta e da esso si dipartono percorsi escursionistici e scialpinistici che raggiungono il Blockhaus (2143 m) e da qui tutte le altre maggiori vette della Maiella, tra cui la cima delle Murelle (2596 m), il monte Acquaviva (2737 m) e il monte Amaro (2793 m), culmine del massiccio.
Dal rifugio Pomilio, posto nei pressi di cima Mammarosa e intitolato all’omonimo escursionista, deceduto in giovane età sui Pirenei nel 1939, si diparte una sciovia del comprensorio sciistico di Passolanciano-Maielletta, che raggiunge la quota massima intorno ai 2000 m, poco sotto la cima Blockhaus.
Verso est, poco più a monte del rifugio, degrada fino al territorio del comune di Pennapiedimonte il profondo e scosceso vallone delle tre grotte. Nelle vicinanze del rifugio sono presenti installazioni di ponti radio di telecomunicazioni che coprono la zona del chietino e del pescarese.
Inoltre il rifugio Pomilio è contornato a sud dalle maggiori cime del massiccio della Maiella, mentre sul lato est dà sulla sottostante zona collinare delle due province, poste ad oltre 1500 m di dislivello più a valle, fino al mare Adriatico e alla Croazia.
Nella zona circostante il rifugio sono stati rinvenuti reperti archeologici risalenti all’età del bronzo e al paleolitico. Dispone di 20 posti letto ed altri servizi di base, come bar e ristorante.
Accessibilità del rifugio Pomilio
Al rifugio Pomilio vi si accede in estate ed autunno direttamente dalla Maielletta tramite strada asfaltata; dal rifugio in su la strada è interdetta al traffico veicolare tranne che per le biciclette o a piedi.
Tale strada ricalca un sentiero dedicato a Lelio Porreca, fautore della nascita del parco nazionale della Maiella, e al giornalista Indro Montanelli. In inverno e primavera è raggiungibile con gli sci ai piedi sempre dalla Maielletta.
Dal rifugio Pomilio, come scritto in precedenza, è possibile partire per diverse escursioni, fino a raggiungere il Blockhaus (2143 m), l’anfiteatro delle Murelle (2596 m), Monte Acquaviva (2737 m) ed il Monte Amaro (2793 m), la vetta più alta della Maiella.
Purtroppo il rifugio Pomilio, quasi ogni anno, è prigioniero della burocrazia. Ogni anno è la solita storia. Tre ‘maledetti’ chilometri di strada di cui nessuno, pare, se ne voglia occupare.
Eppure ogni anno, migliaia e migliaia di turisti, chiedono informazioni su come poter raggiungere questo luogo incantato, ma bastano condizioni climatiche avverse per isolare completamente questo angolo di paradiso.
Il rifugio Pomilio, spesso e volentieri, balza agli onori della cronaca a causa di scelte scellerate della politica regionale. Un po’ come accadde nel 2020 quando, prima del lockdown nazionale, il Presidente della provincia di Chieti con un’ordinanza chiuse la Strada Provinciale 220, l’unica via di accesso al rifugio Pomilio “per motivi di sicurezza”.
Anche nel gennaio 2017 il rifugio Pomilio restò letteralmente isolato a causa delle copiose nevicate che interessarono l’Abruzzo. Il disperato appello del gestore Roberto D’Emilio fu raccolto da Neve Appennino e finì addirittura nel talk show di Barbara D’Urso.
Speriamo che la prossima stagione invernale possa trascorrere all’insegna della tranquillità, senza colpi di ‘testa’ da parte della politica provinciale. Speriamo che l’ente preposto a garantire la sicurezza di un tratto di strada non venga meno ai propri doveri, senza limitarsi a impedirne il transito, abbandonando i lavoratori di un luogo importante come il rifugio Pomilio.