Passano gli anni, tante promesse, ma la storia non cambia.
Il Rifugio Pomilio, situato sulla cresta della Majelletta a 1.888 metri s.l.m. sulla strada che da Passolanciano sale al Blockhaus, all’interno del Parco nazionale della Majella in provincia di Chieti, nel territorio del comune di Rapino, rappresenta il perno di tutto il movimento turistico sulla Majella, esclusi i soli sport invernali.
LA CHIUSURA
In data 3 gennaio 2020, prima quindi del lockdown nazionale, il Presidente della provincia di Chieti con un’ordinanza chiuse la Strada Provinciale 220, l’unica via di accesso al rifugio Pomilio “per motivi di sicurezza“. Un’ordinanza che alzò un polverone, soprattutto in sede politica, e che vide nel Consigliere Regionale Francesco Taglieri Sclocchi (M5S) un tenace oppositore: “L’ordinanza con cui la provincia di Chieti ha chiuso 3 chilometri di strada provinciale 220 ‘della Majelletta’, che da Passolanciano porta al Blockhaus, rappresenta un colpo duro impartito a una zona essenziale per il nostro turismo e per il territorio abruzzese. È gravissimo vedere che, ancora oggi, l’ente preposto a garantire la sicurezza di un tratto di strada venga meno ai propri doveri e, invece di trovare una soluzione concreta, si limiti a impedirne il transito, abbandonando i lavoratori di un rifugio importante come il Pomilio a cui, adesso, è impossibile accedere.[…] Non è accettabile che una strada venga chiusa da chi dovrebbe garantirne la sicurezza“.
LA RIAPERTURA
Il Presidente della Provincia di Chieti, il 3 luglio 2020, con un’ordinanza aveva disposto la riapertura del tratto della Sp 220, necessaria per arrivare al rifugio Pomilio. Riapertura resa possibile grazie ai lavori di messa in sicurezza del tratto stradale sostenuti con i fondi della Provincia.
SITUAZIONE ATTUALE
È vero…l’Abruzzo è zona rossa, ragion per cui nessuno potrebbe raggiungere, per un motivo o per un altro, la struttura. Lo sanno bene anche i gestori che, ligi alla legge, hanno chiuso il rifugio. Soltanto oggi sono tornati in quota per controllare e preparare i mezzi da neve, in vista di una possibile riapertura. Il problema è hanno potuto raggiungere il rifugio soltanto a piedi. Il motivo ce lo spiega il gestore, Francesco D’Emilio: “Premesso che al momento sulla strada non c’è più alcun divieto e nessuna segnalazione di pericolo o di rischio, l’ultimo tratto della Strada Provinciale 220 è comunque stata abbandonata…come ogni altro anno. In pratica, al momento, non sussistono più i pericoli contestati in precedenza, risolti a seguito dei lavori effettuati dall’ente proprietario della strada, ma comunque continuano a non sgomberarla“.
Ogni anno è la solita storia. Tre ‘maledetti’ chilometri di strada di cui nessuno, pare, se ne voglia occupare. Eppure ogni anno, migliaia e migliaia di turisti, chiedono informazioni su come poter raggiungere questo luogo incantato, ma bastano condizioni climatiche avverse per isolare completamente questo angolo di paradiso. E se il 3 dicembre, data in cui dovrebbero cessare le misure stringenti legate alla zona rossa, l’Abruzzo dovesse tornare ‘preda’ dei turisti?
La situazione odierna della strada provinciale 220