Proprio un mese fa, poco dopo le ore 17, si consumò una terribile tragedia che coinvolse l’Hotel Rigopiano. Tutti ricordiamo quella bruttissima giornata, tutti abbiamo ancora in mente cosa successe in quel terribile 18 Gennaio. Una grossa valanga si staccò da un’altezza di poco superiori ai 2.000 metri e spazzò via ogni cosa lungo il suo cammino, compreso l’Hotel. In quell’occasione persero purtroppo la vita 29 persone, mentre furono 11 i sopravvissuti, compresi 4 bambini. Immediatamente si misero in moto soccorritori provenienti da tutta l’Italia, i primi giunsero nel cuore della notte e lavorarono senza sosta per ore e ore. Uomini del Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e moltissimi altri hanno dormito poco, pochissimo pur di soccorrere quella povera gente rimasta intrappolata sono la neve e le macerie, per ore, per giorni.
Quella fu una valanga davvero incredibile, come poche se ne osservano in Italia; per quanto riguarda l’Abruzzo, poi, ci si trovò davvero dinanzi ad un evento incredibile, perché una slavina così non si ricorda da almeno 50 anni in questi territori. Una valanga di una potenza inaudita, pari a 4.000 tir, un fronte lungo ben 300 metri che si è schiantato al suolo ad una velocità di almeno 100 km/h. L’allarme venne lanciato dal cuoco dell’Hotel Rigopiano, Giampiero Parete, che era uscito fuori dall’albergo per prendere qualcosa in macchina; è stato proprio in quel momento che la furia della valanga si è abbattuta sulla struttura. Ci fu una telefonata, ma l’allarme non venne preso in seria considerazione; i soccorsi giunsero in ritardo ma quando arrivarono sul posto lo scenario fu incredibile: dell’Hotel si riconosceva poco o niente. Sotto una bufera di neve incessante, con strada al limite della praticabilità, sei uomini del soccorso alpino camminarono per 6 ore con sci e a piedi per raggiungere quello che era il luogo del disastro.
Dei veri e propri eroi che con forza e pazienza sono riusciti ad estrarre vivi i primi supersisti. I soccorritori hanno lavorato per giorni in condizioni proibitive, dal ghiaccio alla neve, poi il freddo, le macerie…Era davvero uno scenario pazzesco, che non sarà facile da dimenticare. In questo momento la Procura di Pescara, che sta indagando per disastro e omicidio colposo, ha disposto le perizie e con l’aiuto dei Ris che sono tornati sul luogo della tragedia per effettuare misurazioni più adeguate con strumenti laser. I Carabinieri forestali, intanto, stanno acquisendo quella che è la documentazione relativa ad eventuali responsabilità precedenti dell’evento, i nessi di causalità tra omissioni e morti, la ricostruzione tecnica legale delle morti, i momenti preparatori e le fasi successive all’allarme e l’allerta dei soccorsi.
Ecco la testimonianza dell’autista della turbina ANAS che quella notte aprì la strada per l’arrivo dei soccorritori.