Gran Sasso: condizioni sempre più drammatiche quelle del Calderone

La stagione estiva è ormai giunta al termine, così come i caldi più intensi della stagione.

In settimana alcuni esperti professori di Climatologia e ricercatori si sono recati sul Gran Sasso e hanno ripercorso il tratto che negli anni passati era ricoperto da quello che era il ghiacciaio del Calderone.

Ghiacciaio che negli anni 2000 è stato declassato in Glacionevato, proprio grazie ai cambiamenti climatici che hanno fortemente contribuito alla fusione del ghiaccio superficiale.

Basta osservare i trend delle ultime estati, diverse delle quali una più calda dell’altra specie nell’ultimo decennio e facenti riferimento al trentennio 71-2000.

Attualmente e come ben visibile dai video girati dalla troupe della RAI, dei sette metri di neve registrati alla fine della stagione invernale resta solamente una parte del ghiaccio presente al di sotto dei detriti.  Di questo si parlerà probabilmente in una delle prossime puntate in uscita a breve.

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Attualmente gli ultimi dati che abbiamo sono quelli riscontrati dalla Associazione Meteorologica AQ Caput Frigoris, che si possono leggere cliccando QUI.

Secondo le stime modellistiche tarate sui principali modelli climatologici mondiali, entro il 2030 i ghiacciai al di sotto dei 3000 metri di quota sarebbero destinati a scomparire del tutto.