Gongilo, il sauro ‘tiraciatu’ perché blocca il fiato agli altri animali

Il Gongilo è frequente nel Sud Italia

Con stupore abbiamo conosciuto il Gongilo sulla pagina Facebook Identificazione Anfibi e Rettili, grazie allo scatto di un membro del gruppo.

Il gongilo è un sauro molto frequente nelle regioni meridionali

Il Gongilo, nome scientifico Chalcides ocellatus, è un sauro dal corpo cilindrico allungato, molto simile ad una luscengola.

Ha quattro arti muniti ciascuno di cinque dita. Usa poco gli arti e si muove in prevalenza strisciando.

Il colore di fondo del dorso è marrone e presenta le caratteristiche ocellature bianche su disegno nero, che gli danno il nome.

Il ventre, invece, è di colore beige chiaro uniforme. Può raggiungere al massimo i 30 cm di lunghezza. Si nutre di prevalentemente di insetti, aracnidi e molluschi.

Le femmine di gongilo danno alla luce 3-10 piccoli vivi. Preda vari insetti inclusi quelli con un esoscheletro coriaceo ed aracnidi, ma si nutre anche di lombrichi, larve, porcellini di terra e tutta una vasta gamma di altri artropodi.

Mangia inoltre frutta dolce, uova bollite, pezzi di carne, pane e pasta, foglie di diversi vegetali (come la lattuga o il broccoletto).

È fortemente sinantropico e si può trovare abbastanza facilmente nei pressi di case dotate di giardino con una vegetazione più o meno abbondante. Tollera la presenza con altre specie animali pacifiche, come Testudo hermanni.

È diurno e se spaventato scappa silenziosamente nascondendosi tra le fronde delle piante o sotto diversi oggetti, principalmente in delle buche precedentemente scavate o sotto delle grosse rocce. Trascorre il letargo invernale sotto terra o sotto grandi massi.

Il gongilo è diffuso principalmente nel sud Italia e nel nord Africa. Più specificatamente si trova in Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.

In Africa è principalmente diffuso nella fascia nord del continente comprendente il nord dell’Egitto,il Marocco e la Tunisia. Si trova anche in Grecia e nelle isole minori di quest’ ultima e in quelle della Sicilia.

Il gongilo è la lucertola più abile a sotterrarsi nel terreno morbido o nella sabbia ed utilizza questo stratagemma per sparire dallo sguardo dei predatori.

E’ molto abile anche a nascondersi tra le foglie morte, i rametti o a camuffarsi nelle crepe di una roccia.

Anche non essendo così diffuso come altre specie di lucertola, il gongilo vive anche in aree molto popolate, vicino alle abitazioni.

Il gongilo è protetto

Il gongilo è disturbato dalla presenza umana nei suoi habitat. Sebbene considerato a rischio minimo dalla Lista rossa della IUCN, è protetto dalla Convenzione di Berna.

Molti dei nomi dialettali siciliani del gongilo (tiru, tiruni, tiraxiatu, tiraciatu, tiruneddu) fanno riferimento a una presunta capacità di “tirare”, ossia bloccare, il fiato ad altri animali, esseri umani compresi.

In particolare è diffusa la falsa credenza popolare che il gongilo sia attratto dai lattanti, più precisamente dal latte che quest’ultimi ingeriscono, e che possa soffocarli entrando loro in gola.

Tuttavia esiste anche una leggenda che attribuisce al gongilo un ruolo positivo, infatti durante la notte sveglierebbe con la coda gli uomini in pericolo.

Una differente ipotesi etimologica vorrebbe invece far discendere il nome tiru dalla velocità con cui il rettile è in grado di scappare (“più veloce di un tiro di schioppo”).

Il nome tiraciatu deriverebbe dal fatto che le persone tratterrebbero il fiato per lo stupore durante le improvvise apparizioni e rapide scomparse del gongilo tra i loro piedi.

Per il colore della pelle simile a quello delle sardine (azzurro argentato), nella zona di Castelvetrano è invece denominato sardazza.

Anche nel ragusano è chiamato con un nome simile: cuocciu i sarda. Il nome pisci lavuraturi deriverebbe invece dalla capacità di scavare rapidamente cunicoli nel terreno per nascondersi.