Giampiero Di Federico, in un’intervista in diretta Facebook sul profilo di Rete8, ha parlato degli ultimi drammatici sviluppi riguardanti le ricerche dei quattro sfortunati escursionisti dispersi sul Monte Velino. “E’ doloroso dirlo, ma sarebbe il caso di sospendere le ricerche perché ormai sono passati molti giorni ed i soccorritori sono allo stremo“.
Durante la ‘chiacchierata’ con il giornalista Enrico Giancarli, la guida alpina ha spiegato che l’incidente occorso ieri al battipista precipitato durante il trasporto in elicottero da Ovindoli sul Monte Velino, sarebbe stato causato dalle forti raffiche di vento che avrebbero fatto oscillare pericolosamente il mezzo e costretto di seguiro il pilota a sganciare il mezzo.
Giampiero Di Federico ha anche affermato che “….gli escursionisti dispersi hanno agito in maniera piuttosto avventata, partendo innanzitutto con condizioni meteorologiche avverse ed introducendosi nel vallone esposto ad eventi valanghivi. Probabilmente non erano consci dei pericoli che potevano celarsi in quel luogo. In montagna bisogna essere sempre consapevoli di ciò che si va a fare…“.
Qualche giorno fa, lo stesso Di Federico, aveva espresso tutto il suo rammarico per la sorte dei quattro sfortunati escursionisti: “Quel che è successo ai piedi del Velino mi causa un enorme dolore, ma impone a tutti noi di riflettere. L’Appennino d’inverno è completamente diverso da quello estivo, e può essere molto pericoloso. Ci vogliono consapevolezza, preparazione, attenzione alle condizioni meteo e della montagna. Frequentare la montagna in estate, anche su percorsi impegnativi, non basta per poterlo fare con sicurezza d’inverno“.
Qui di seguito potrete ascoltare l’intervista integrale.
Giampiero Di Federico per la sua ascesa di sette ore in solitaria sulla parete Nord Ovest del Gasherbrum I il 14 luglio 1985 è stato definito il più veloce salitore su una via nuova ad un ottomila e il primo italiano ad aver superato un ottomila in giornata.
Le sue maggiori imprese iniziano sul Gran Sasso D’Italia dove ha aperto i primi itinerari di settimo e ottavo grado del massiccio, tra il 1977 e il 1986. Alcune sue salite non sono state ripetute dopo 35 anni dall’apertura. Nel 1980 sale in solitaria e slegato i quattro Pilastri al Paretone (parete di duemila metri). Nello stesso anno esegue la prima salita invernale del terzo Pilastro in solitaria (restando per tre giorni in parete) e la prima scalata invernale della via dei Pulpiti. Ma è sulle Alpi, negli anni ’70 e ’80 che ha coquistato la sua fama di “più forte scalatore abruzzese di tutti i tempi” ripetendo in giornata itinerari come il Pilone Centrale del Freney e la via Americana al Aiguilles du Dru,la via “o sole mio” sul Grand Capucin, il pilastro Gervasutti al Mont Blanc du Tacul, le vie Nord delle Tre Cime di Lavaredo e il Diedro Oggioni in salita libera. Fuori dall’Italia è noto per aver violato il Sia Shish (7100 m.) in Himalaya e soprattutto per aver aperto in solitaria una nuova via sul Gasherbrum I (Hidden Peak o K5, 8.068 mt).
Da anni Di Federico è impegnato nella difesa delle montagne dal degrado ambientale. Per questo ha partecipato a diverse iniziative ambientaliste, non solo in Italia, con la spedizione internazionale FREE K2. Nel 1988 partecipa, con il gruppo Montagne Selvagge di Messner al blocco della Funivia dei ghiacciai al Monte Bianco.