Ricordate il gesto di dannazione di Mila di Codra e quel suo grido disperato sul quale cala il sipario?…… la fiamma è bella……la fiamma è bella! Tragedia a tinte forti quella dannunziana; un fuoco che spaventa: l’altra faccia, l’idea variante di quei falò della festa che invece, in tanti paesi dell’Abruzzo, sono ormai tradizione consolidata. Dal Dio Mitra alle Vestali, i riti del fuoco hanno origine remota ed intrisa di implicazioni divinatorie. Il nostro compito è quello di accompagnarvi in questo ‘tour’ emozionale e divulgativo alla scoperta di quelle storie della memoria dell’immaginario collettivo che, prima di essere individuali, sono corali nel significato simbolico più ampio possibile, con la speranza che la conoscenza reciproca di certe tradizioni (laiche e religiose) possa rinnovare l’attaccamento alla propria terra ed ai propri valori.
Seguendo la cronologia calendariale, la prima tappa del nostro viaggio ci porta a conoscere le “Glorie di San Martino“. La tradizione vuole che il patronato di San Martino sia legato ad un episodio leggendario: per sfuggire ad alcuni nemici implacabili Martino, nobile cavaliere e Vescovo di Tours, avrebbe trovato rifugio nella casa di un contadino amico che lo nascose in una botte vuota della sua cantina. Gli inseguitori, davanti a tante botti ricolme, bevvero vino in abbondanza e, ubriacandosi, permisero al Santo di mettersi in salvo.
Dopo Cocullo, ci lasciamo alle spalle Anversa degli Abruzzi, le sue pareti di roccia e la sua…. ‘Fiaccola sotto il moggio’ e, tornante dopo tornante intorno al lago ed anche più in alto, arriviamo finalmente a destinazione. E’ la sera del 10 novembree sulle colline della Cardella, della Plaia e di Decontra che sovrastano quello scrigno di paese che è Scanno, da qualche giorno sono state alzate tre altissime torri di legna a pianta quadrata che mostrano, accatastati, una infinità di rami e tronchi d’albero da ardere. Sono le “Glorie” preparate per San Martino e, ad un segnale convenuto, mani esperte le accenderanno dando il via così ad una trepidante ed estenuante gara di durata. Da una postazione panoramica che ognuno può scegliersi, lo spettacolo della Chiesa madre, dei vicoli e delle vecchie case rischiarate laggiù dai bagliori delle “Glorie” è decisamente intrigante.
Una vera magìa in un clima di festa e di coinvolgimento collettivo che vede i ragazzi bruciare mini-falò qua e là e tingersi il viso di fuliggine e cenere agitando sonagli di ogni tipo. Ai più piccoli è tradizione regalare, per l’occasione, particolari dolci fatti in casa che celano una monetina nell’impasto; alle spose novelle di ogni quartiere invece, una volta spenti i fuochi, saranno recapitati degli allusivi tizzoni bruciati in cambio di leccornie di ogni genere. In centro intanto, bruschette e vino fumante per tutti e mostaccioli con la glassa per i più golosi!
Appena il tempo di ‘mettere d’accordo’ castagne e vini novelli della terra nostra e ci ritroviamo tra qualche settimana…..!
Angelo e Valerio Ruggieri