Fossa Paganica: Il cimitero dei sogni perduti 50 anni dopo

Il complesso alberghiero di Fossa di Paganica (all’epoca chiamato “Campo Nevada“) è stato costruito al termine degli anni ’60 all’interno di una meravigliosa conca infossata e circondata da cime che toccano i 2000 metri di altitudine. La costruzione di circa 30.000 m^2 era inserita all’interno di un progetto più ampio, per la fornitura di servizi per 2 impianti di risalita che giungono sulla cima della vetta di Montecristo (1921 metri). Il progetto all’epoca fu aspramente criticato a causa del negativo impatto ambientale e per questo motivo i lavori furono bloccati dalle istituzioni locali e dall’ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Successivamente si decise per una definitiva demolizione che nella realizzazione risultò ancora più complessa e controversa e per questo i ruderi del complesso di Fossa Paganica giacciono ancora in questa selvaggia vallata d’alta quota.

Dopo 50 anni la struttura continua a reggersi in maniera piuttosto precaria (in alcuni punti le fondamenta hanno ceduto), lasciandosi lentamente deteriorare dall’avanzare del tempo. Durante la stagione estiva funge da riparo per gli animali al pascolo, ovviamente inconsapevoli dell’albergo pericolante che li ospita.

Su internet si trova un portale dove viene riportato il progetto di riqualifica dell’area ( http://www.camponevada.it/ ) che risale all’anno 2015, che non sembra aver avuto fin ora particolare riscontro. A tal proposito la Corte d’Appello lo scorso Settembre ha dichiarato la Fossa di Paganica di proprietà e sovrintendenza del Centro Turistico del Gran Sasso. Di conseguenza spetterà a loro decidere le sorti di quest’area tristemente abbandonata, che non dà lustro e rispetto ad una delle zone più affascinanti dell’Appennino centrale.

Lasciamo giudicare a voi queste aspre fotografie, con la speranza in futuro di potervi raccontare un nuovo capitolo di Fossa Paganica.