Famiglia di caprioli sbuca dalla neve sulla Maiella

Famiglia di caprioli unita

Una famiglia di caprioli nella neve alta. L’unione fa la forza ed aiuta a superare le difficoltà. Sono le parole di Marino Baroncini, colui che qualche giorno fa ha realizzato un VIDEO meraviglioso.

Siamo a Sant’Eufemia a Maiella, provincia di Pescara, all’interno del Parco Nazionale della Maiella. Da qui partono i sentieri per raggiungere il fiume Orta, fino alla località chiamata ‘Seggia di Giuda’ e, proprio accanto al vicino giardino botanico, il Sentiero B4 che conduce fino al Bosco di Lama Bianca.

Marino Baroncini, poliziotto in pensione e volontario della Protezione Civile Abruzzo, rivolge un suo pensiero ai cacciatori:”Sai che la tua famiglia non ha bisogno di sfamarsi, inquadri ugualmente nel tuo mirino quegli occhietti pieni di vita e tiri il grilletto, sapendo che stai spegnendo la luce nei loro occhi”.

Non è difficile imbattersi nei caprioli nel territorio di Sant’Eufemia a Maiella. Qualche settimana fa, infatti, un capriolo è rimasto incastrato in una ringhiera a bordo della strada provinciale. Impaurito e al gelo, circondato dalla prima neve del nuovo anno. Una situazione traumatica, con l’esemplare che ha rischiato anche di morire di stenti se non fosse stato per il pronto intervento degli addetti ai lavori.

Grazie alla tempestiva comunicazione dei Carabinieri Parco di Sant’Eufemia a Maiella, l’Ufficio Veterinario è intervenuto per liberare l’animale. Dopo una breve sedazione e le verifiche cliniche del caso, il capriolo si è risvegliato a margine del bosco, nei suoi luoghi d’origine.

Caprioli, cervidi di piccole dimensioni

I caprioli sono cervidi di piccole dimensioni. Il maschio ha palchi corti, in genere con tre punte, che cadono ogni anno e ricrescono alla fine dell’inverno. Le femmine dalla tarda primavera all’inizio dell’estate partoriscono uno o due piccoli dal caratteristico mantello maculato che ne favorisce il mimetismo.

Caprioli nella neve alta a Sant'Eufemia a Maiella. Foto di Marino Baroncini

Molto spesso infatti, confidando sulle capacità mimetiche del mantello e sull’assenza di odori che possano attirare eventuali predatori, le femmine lasciano i piccoli nascosti nell’erba alta, mentre loro si alimentano al pascolo. I cerbiatti rimangono nascosti tra l’erba fino a quando la madre non torna.

Questo comportamento naturale viene erroneamente interpretato come abbandono; è assolutamente inopportuno intervenire, infatti se il piccolo viene raccolto da turisti/escursionisti nel tentativo di “soccorrerlo” si altera il suo odore e per di più lo si sottrae dal sito nel quale la madre si aspetterebbe di ritrovarlo.

Il futuro dei caprioli in questi casi è inevitabilmente compromesso e, anche riuscendo ad allevarlo, sarà comunque destinato a vivere in cattività avendone modificato il comportamento in modo irreversibile.

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