Biacco in pieno centro a Roma
Un biacco è stato fotografato giorni fa in pieno centro a Roma, nei pressi di un muretto tra il Foro Romano ed il Colosseo. La foto è stata pubblicata dalla pagina Facebook Identificazione Anfibi e Rettili.
Il biacco, nome scientifico Hierophis viridiflavus, precedentemente classificato come Coluber viridiflavus, è un serpente non velenoso della famiglia dei Colubridi.
La sua colorazione è dominata nelle parti superiori dal nero, il ventre è di colore chiaro. Il capo e il dorso hanno screziature di color giallo formanti un reticolo irregolare che, a partire dal basso ventre e fino all’estremità caudale assume l’aspetto di un fascio di linee longitudinali giallo-verdastre, ma nel Meridione e nelle isole le popolazioni sono prevalentemente melaniche.
In media gli adulti raggiungono i 120–130 cm di lunghezza ed eccezionalmente possono arrivare a 2 metri. È una specie diurna. Si difende prevalentemente con una velocissima fuga, spesso verso un rifugio sicuro.
Quando viene bloccato, il biacco dispensa rapidi morsi non particolarmente potenti. Se disturbato dall’uomo, preferisce la fuga.
Se afferrato, non esita ad affrontare l’aggressore e a difendersi vigorosamente con ripetuti morsi. In caso di fuga impossibile cerca un varco lanciandosi contro l’aggressore.
Il biacco è una specie ovipara. La femmina depone da 5 a 15 uova ai primi di luglio che si schiuderanno tra agosto e settembre, dopo una incubazione di 6-8 settimane. Il maschio durante l’accoppiamento morde la femmina sulla nuca nell’intento di immobilizzarla.
Habitat preferito dal biacco
In realtà il Biacco non ha un habitat preferito rispetto agli altri. Lo si può infatti incontrare tanto in zone umide e paludose tipici degli ambienti igrofili, quanto in ambienti secchi e ben soleggiati, e persino negli aridi e riarsi fondali delle fiumare del nostro Sud Italia, oltre che tra pietraie e rocciosi.
Il Biacco è un buon competitore di altri Colubri quali le Bisce d’Acqua (Natrix sp.), e non è infrequente trovarlo a caccia presso fiumi, paludi, ruscelli o laghi.
Adora occupare tane di piccoli mammiferi di cui si è precedentemente cibato, ma se deve costruire una tana da zero, preferisce farlo su terreni sabbiosi, tanto meglio se in un ambiente occupato dall’infestante Poligono del Giappone, oppure Spirea japonica.
É poi ben presente tra i prati ed i boschi non fitti, e spesso viene a far visita ai nostri giardini, forte del richiamo di topolini, ratti, ghiri o altri piccoli mammiferi che sempre più spesso popolano i nostri pollai, stalle, cantine o garage, o anche solo da scarti di carne abbandonati nei bidoni delle immondizie.
Risulta essere un buon cacciatore di topi nei campi di mais, carciofi o altri ortaggi, perciò non andrebbe mai ucciso per non interrompere questa preziosa catena alimentare. In montagna lo si può incontrare frequentemente fino attorno ai 1500 metri, più raramente fin verso i 2000/2500 metri.
Il biacco, inoltre, adora i muretti a secco, e comunque i muraglioni con pietre non cementate, dove ricava le sue tane tra i gli interstizi delle pietre.