Sono sempre unici gli spettacoli che offrono le nostre montagne appenniniche, questa volta ad essere protagonista della vicenda è una coppia di aquile.
L’evento si è consumato qualche giorno fa quando dalla Majella la nostra amica Barbara Di Tullio, ha immortalato queste due aquile sorvolare i cieli abruzzesi.
Io, Massimo e Pietro sapevamo che quella era una zona di nidificazione dell’ Aquila Reale. Anche in passato abbiamo avuto la fortuna di avvistarle. Questa volta, all’improvviso le abbiamo viste volteggiare sotto di noi. Maestose, imponenti ed eleganti si “esibivano” in veloci ascensioni e picchiate spericolate La “regina del cielo” anche questa volta ci ha regalato forti emozioni!! ha commentato Barbara.
E’ sempre emozionante osservare questi animali, bellissimi, e sempre ricercati da tutti i fotografi appassionati e non di natura e animali. L’Aquila è un pò l’animale simbolo, insieme al lupo, delle nostre montagne.
Di seguito diamo uno sguardo anche alla storia.
L’Aquila Reale o Aquila Chrysaetos è un rapace imponente e maestoso capace di affascinare gli spettatori, sia in volo che quando è posata al suolo.
Si tratta di un uccello appartenente alla specie degli accipitridi, di grandi dimensioni e con la testa ampiamente sporgente, una coda ampia e lunga. Per gli adulti il colore è marrone scuro con riflessi rosso-dorato sul dorso e sul capo. Per questo motivo gli è stato attribuito l’appellativo di Aquila Reale.
Gli esemplari giovani, o immaturi sono invece facilmente riconoscibili, perchè al contrario degli esemplari adulti presentano delle macchie bianche sulle ali e sulla coda.
Durante le operazioni di volteggio, le ali dell’Aquila Chrysaetos sono rivolte verso l’alto a formare una V molto aperta. Può raggiungere, in volo, i 2 metri di apertura alare. Questa grandezza, in generale, è valida soprattutto per le femmine. non considerando – appunto- l’apertura alare sono esemplari che viaggiano tra i 74 e gli 87 cm di lunghezza. La coda si aggira tra i 26 e i 33 cm, il peso stimato è di 6-7 Kg.
La femmina, generalmente, è circa il 20% più grande del maschio. una vista eccezionale, più o meno 6 volte superiore a quella dell’uomo, con un raggio visivo di circa 300°.
Una curiosità riguarda invece gli artigli, più solidi e appuntiti al quarto dito con il quale trafigge la preda. La loro vita varia spesso tra i 15-20 anni, ma ci sono testimonianze di esemplari che hanno campato anche 50 anni.
ulla dorsale appenninica si stima ne siano presenti circa 100.
Questi bellissimi rapaci, si nutrono generalmente di mammiferi di taglia piccola o media dimensione come possono essere conigli o daini, oppure di uccelli o rettili.
La nidificazione dell’Aquila avviene su pareti impervie, ma allo stesso tempo vicine a delle grandi praterie, dove si può svolgere la caccia.
Nel corso dell’anno, l’Aquila, compie dei voli molto belli . Il classico volo a festoni che si fa, sia per proteggere il proprio territorio che per il corteggiamento.
Differente è invece il volo di caccia che si effettua a bassa quota costeggiando i fianchi delle montagne, in maniera tale da sorprendere le prede. Le prede, spesso, vengono catturate al suolo a differenza degli uccelli che vengono catturati in volo.
Il classico volo a spirale delle aquile, nelle ore centrali della giornata, è sostenuto dalle correnti ascensionali. Una volta che maschio e femmina si accoppiano, rimangono fedeli per tutta la vita e ogni anno danno vita ad una decina di nidi, scegliendo, di anno in anno quello più adatto.
Il volo da intendere come rituale di accoppiamento tra gli esemplari avviene generalmente in marzo, la così definita “danza nel cielo” che può durare anche per più giorni. Uno spettacolo inaudito che vede la femmina compiere un volo rovesciato, mentre il maschio sembra piombarle sopra. La danza viene alternata ai lavori di restauro dei nidi, che a loro volta presentano circa due metri di diametro e uno spessore fino a raggiungere il metro.
La nidificazione avviene quasi sempre su roccia e in punti considerati inaccessibili. All’accoppiamento che avviene sempre a terra, segue la deposizione delle uova – a gennaio nelle zone più calde, a maggio in quelle più fredde- solitamente i due eventi si distanziano tra loro con una tempistica che va dai 2-5 giorni.
Dopo questo periodo il maschio è generalmente poco presente, ma solito ripresentarsi dopo 43-45 giorni per portare da mangiare sia alla madre che ai due piccoli. Generalmente dei due aquilotti ne sopravvive sempre uno. Il più vecchio uccide quasi sempre l’altro.
Il primo volo, l’aquilotto, lo spicca dopo 75 giorni circa, mentre raggiunti i 170 diventano indipendenti e vengono portati fuori dai confini del territorio natale dai genitori. Diventano quindi nomadi, fino a quando raggiunta l’età media di 3-6 anni costituiranno un nuovo nucleo familiare perchè capaci di procreare.