Non toccate i piccoli di Capriolo, ecco la spiegazione

NON TOCCARE I PICCOLI DI CAPRIOLO 

Nel corso della primavera la natura si risveglia e anche il mondo degli animali offre spunti davvero meravigliosi.

Non è difficile imbattersi durante le passeggiate primaverili in cuccioli di capriolo, che risiedono spesso tra i cespugli dei prati nascosti dalle mamme per proteggerli anche dai predatori ed accudirli.

Nei primi periodi di vita il cucciolo non ha ancora sviluppato il senso del pericolo e l’istinto di fuga, che gli facciano capire quanto effettivamente l’essere umano e gli altri animali possano essere un pericolo.

Per questo non è escluso che nei primi mesi i piccoli si facciano avvinare, ed essendo anche molto docili consentano di farsi accarezzare.

Questa ultima cosa è una di quelle da non fare mai, perchè il cucciolo tutti i giorni viene ripulito sulla mantella dalla madre che gli leva ogni tipo di odore in mondo tale da non far riconoscere ai predatori gli odori dei piccoli.

Accarezzandolo non solo si rischierebbe di mettere in pericolo gli animali, ma la mamma potrebbe anche ripudiarlo sentendo un odore che non è quello riconosciuto.

Non toccare il Capriolo

Non toccare il Capriolo

A tal proposito il Parco Nazionale della Majella ha scritto un post sui propri canali Facebook:

In queste settimane, durante le passeggiate nei campi, è facile imbattersi in piccoli caprioli, la prima cosa che vorreste fare è accarezzarli, la tentazione è forte ma… dovete resistere!
Nelle prime settimane di vita, il piccolo non ha ancora sviluppato il senso del pericolo né l’istinto di fuga, resta immobile e consente l’avvicinamento dell’uomo che spesso, invece, inconsapevolmente lo danneggia. Le madri infatti puliscono costantemente il mantello dei piccoli, privandoli di qualsiasi odore estraneo, questo anche a protezione dai predatori che cercano le loro prede guidati dall’olfatto. Ogni contatto o maneggiamento con il piccolo di capriolo potrebbe essere dannoso in quanto l’odore dell’uomo potrebbe indurre la madre a respingerlo; ma soprattutto bisogna evitare di portar via dal sito di ritrovamento i piccoli: si pensa spesso che essi siano stati abbandonati, ma non è così!
Quella di rimanere nascosti e privi di odori nei cespugli è proprio una strategia antipredatoria affinata nel corso dell’evoluzione. La madre è al pascolo nei dintorni, può essere allontanata proprio dalla presenza dell’uomo e, se tornando, non trova più il piccolo, dopo alcune ore di disperata ricerca, smetterà di cercarlo e purtroppo il piccolo sarà destinato ad essere abbandonato.
Questi caprioletti che si crede siano in difficoltà in realtà sono stati “rapiti”!
L’unico comportamento da tenere quando ci si imbatte in un piccolo capriolo accucciato nell’erba è allontanarsi discretamente in modo da creare meno disagio possibile al piccolo e alla madre che per certo si trova vigile nelle immediate vicinanze.
Il Wildlife Research Center del Parco, insieme al Reparto Carabinieri del Parco Nazionale della Maiella sono sempre a disposizione per prestare soccorso, nei casi di effettiva criticità. Ma quando i piccoli, come quello che vedete in fotografia, vengono portati presso la nostra Sede Scientifica, sarà molto difficile che poi possano tornare a vita libera perché cresceranno abituati ad una eccessiva presenza dell’uomo e “da grandi” mostrerebbero comportamenti non troppo prudenti per la loro sopravvivenza.