Campo Imperatore , la tappa del Gran Sasso è terminata senza colpi di scena tanto che ha suscitato la polemica di molti tifosi e non solo. Purtroppo non è stata data la disponibilità ai tantissimi appassionati che avrebbero voluto raggiungere l’arrivo di tappa.
CAMPO IMPERATORE, UNA TAPPA TRA POCHISSIMI SPETTATORI
E’ andata in scena ieri l’attesissima tappa del Giro d’Italia, la 7°, che ha preso il via da Capua per giungere a Campo Imperatore, dove tutti gli appassionati di ciclismo si attendevano potesse esserci una vera e propria selezione.
Ricordiamo che proprio su quella salita nel 1999 vinse uno straordinario Marco Pantani, che conquistò anche la maglia Rosa.
Altri tempi, diversi anche per il ciclismo che allora veniva ritenuto meno d’attesa e più spettacolare. Campioni come Marco Pantani, Indurain, Gotti, Garzelli, solo per citarne alcuni, erano sempre pronti a regalare spettacolo.
Secondo molti la spettacolarità della tappa non è stata all’altezza delle aspettative, e anche noi non possiamo che confermare quanto ci hanno riportato i pochi tifosi presenti al traguardo.
Nei giorni addietro erano stati messi a disposizione da parte della prefettura solo 1000 biglietti per la Funivia del Gran Sasso, gli ingressi contingentati per non causare eventuali problematiche né con la funivia né in caso di maltempo.
Nel 2018 solamente da Fonte Cerreto e con la funivia del Gran Sasso salirono oltre 3500 tifosi, e gli operatori lavorarono fino a notte fonda per riportarli a valle una volta terminata la tappa.
Ieri la situazione è stata oggettivamente differente, con i corridori che hanno trovato pubblico solamente negli ultimi 1000 metri di gara.
Condizioni proibitive, sia per le chiusure che per il freddo e il maltempo, non hanno consentito ai tantissimi che avrebbero voluto raggiungere la tappa. Anche le precedenti salite, quelle di Roccaraso e di Rocca Calascio sono state piuttosto scialbe in termini di partecipazione.
Centinaia di tifosi hanno raggiunto Campo Imperartore per assistere alla prima tappa in salita di questo Giro d’Italia sotto la neve. 12 maggio 2023, Campo Imperatore, l’Aquila.
Quei pochi tifosi che sono riusciti a raggiungere l’arrivo o gli ultimi tornanti della tappa del Gran Sasso, hanno fatto non pochi sacrifici. In tanti tra questi sono venuti da tutta Italia, scaldandosi nelle ore più fredde della giornata e anche sotto una live spolverata di neve con qualche bevanda e prodotti tipici locali.
A tale proposito tramite il profilo Facebook sono arrivate le lamentele anche da parte del Fiduciario di RCS, Maurizio Formichetti, che si è espresso in questo modo riguardo la scarsa battaglia tra il gruppo dei migliori e l’assenza del pubblico causata da una ridotta vendita di biglietti.
Purtroppo dopo il Block Haus tutto ciò che capito’ il 14 maggio 2022 si è ripetuto oggi 12 maggio 2023 a Campo Imperatore. Divieti che non sentirono l’accesso sul Block Haus con una miseria di tifosi, identica cosa oggi. Ho fatto gli ultimi 76 km in bici insieme al Presidente della Regione Marco Marsilio che tanto ha insistito per avere la grande partenza e tanto ha investito, constatando purtroppo è con tristezza la mancanza forte di tifosi. Solo sparuti appassionati erano lungo le salite precedenti. Identica cosa su a Campo Imperatore dove solo negli ultimi 1900 metri ho visto spettatori. Che dire il ciclismo è uno sport che associa e non divide. Vietare sempre con scuse varie non è giusto. Capisco e sono conscio che la situazione 20 giorni fa a Campo Imperatore era a dir poco drammatica. È vero che la situazione innevamento 20 giorni fa era tale da creare preoccupazione ma dopo l’intervento delle turbine e il lavoro di sgombro della neve vi erano tutti i presupposti per una diversa gestione di afflusso. Quindi si potevano prendere opportuni e diversi accorgimenti all’attualità e non ponendo divieti che hanno reso l’arrivo un deserto. Metterci pure il tempo meteorologico non proprio di stagione, noi del Giro E negli ultimi 6 km abbiamo subito pioggia, mista a neve e grandine con un freddo polare che forse ha tenuto lontano tanti appassionati ma resta il rammarico che se non si può arrivare con il proprio mezzo nelle vicinanze del luogo di arrivo, non si ha voglia di camminare ne di soffrire. In ultimo da tifoso non posso non rimarcare la quiete in gruppo. Capisco che siamo alla prima settimana e nessuno vuole rischiare però un diverso impegno sicuramente avrebbe nobilitato l’arrivo tanto caro a Pantani. Quello era un altro ciclismo meno tecnologico e molto più istintivo. Ad oggi i corridori sembrano dei robot ed hanno i tifosi di che lamentarsi.
Campo Imperatore, i ciclisti tra i muri di neve del Gran Sasso. Foto Emanuele Valeri
A vincere la tappa del Gran Sasso è stato uno straordinario Davide Bais, 25 anni, che con una azione di fuga ha guadagnato oltre 6 minuti sul Gruppo Maglia Rosa, che nell’ultima salita non ha minimamente tentato di attaccare lasciando terminare la tappa senza che vi fossero grandi scossoni.
La tappa di Campo Imperatore ha deluso quindi le aspettative, nettamente al di sotto dello spettacolo paesaggistico sempre incredibile.
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