In Abruzzo, nella provincia di L’Aquila vicino alle Gole del Sagittario, c’è un piccolo borgo fantasma in cui il tempo si è fermato ben 100 anni fa. Pensate, all’interno delle abitazioni ci sono ancora le pentole utilizzate e lasciate lì per sfuggire in gran fretta alla tragedia, i vicoli sono deserti e le case silenziose. Ma cos’è successo in queste zone? Ebbene, il borgo venne abbandonato nel 1915 in seguito ad una forte scossa di terremoto che colpì la zona dell’Appennino centrale. Il Borgo fantasma è Frattura Vecchia, una piccola frazione di Scanno situata ad un’altitudine di 1300 metri sul livello del mare, vicino alle Gole del Sagittario.
Deriva il suo nome da una spaccatura che si generò nel Monte Genzana a causa di un terremoto in epoca preistorica che, tra l’altro, sbarrò il fiume Sagittario dando vita all’attuale lago di Scanno. Il centro abitato venne poi costruito proprio dove si trova questa divisione rocciosa; nel 1915 il sisma rase al suolo gran parte della vecchia Frattura, provocando la morte di 120 persone, la maggior donne e bambini. Gli uomini, infatti, erano migrati a quel tempo verso gli Stati Uniti per lavoro o in cerca di miglior sorte.
Da allora Frattura Vecchia è divenuto un borgo fantasma; negli anni successivi solo qualche abitazione è stata ritrutturata, anche se tuttavia nessuno è tornato a viverci. Solo tra il 1932 e il 1936 fu costruita la nuova e attuale frattura, poco distante dal borgo fantasma. Oramai la presenza lussureggiante della vegetazione ha preso il predominio in tutto il territorio, rendendolo forse a tratti non solo un luogo malinconico, ma creando allo stesso tempo il suggestivo aspetto di un borgo in cui oramai l’unico “abitante” è il silenzio. Il tutto accompagnato da una spettacolare vista del lago a forma di cuore, il lago di Scanno.