Blocco dello Sci, l’appello delle regioni al governo per aprire a seconde case e ospiti hotel

Diventa sempre più argomento di dibattito quello dello sci tra il Governo centrale e le Regioni, soprattutto quelle che dal turismo invernale traggono i maggiori profitti.

Il 4 di dicembre uscirà il nuovo decreto che con probabilità imporrà nuovi limiti specie sotto le giornate di Natale, questo per evitare che si creino assembramenti di ogni genere e tipo che possano in qualche modo dare adito all’inizio di una terza ondata.

Sembrerebbe infatti addirittura che tra il 25 e il 26 di dicembre verrà vietata l’apertura dei ristornati, insieme allo spostamento da una regione all’altra, gialla o rossa che sia.

Le regole più ferree però colpiranno il mondo turistico invernale, quello dello sci, degli albergatori e dei piccoli artigiani o commercianti montani, che dal periodo natalizio traggono il loro maggiore fatturato.

Come anticipavamo ieri in un altro articolo che potete trovare sempre sul nostro sito, con ogni probabilità verrà imposta una chiusura generale agli impianti di sci almeno fino al 10 di gennaio.

Tuttavia sono il Venete, la Provincia di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e la Valle D’Aosta che hanno proposto al Governo di consentire di usufruire degli impianti a tutti coloro che possiedono una seconda casa, o che pernottano almeno una notte in uno degli Hotel nei pressi delle località invernali.

Addirittura la Valle D’Aosta pensa di rendere obbligatorio un tampone per i turisti che intendono soggiornare nei confini regionali.

La nota è stata sottoscritta e firmata dai rappresentanti delle Regioni e delle Province che pur di tentare di evitare un tracollo turistico di portata storica, sono disposte ad offrire al governo una soluzione capace di evitare assembramenti e di non azzerare del tutto il turismo.

Difficile che queste ipotesi potranno essere prese in considerazione, soprattutto dopo le parole del Ministro Speranza e del Professor Brusaferro che hanno chiaramente ribadito che l’Italia non può permettersi un’ipotetica terza ondata.

Nelle prossime ore sapremo di più, dopo che i rappresentati delle regioni avranno terminato il loro colloquio con i membri di Palazzo Chigi.