Sull’Appennino Modenese è presente un luogo davvero straordinario che presenta delle caratteristiche davvero eccezionali. A circa 1300 metri, infatti, troviamo il Lago di Pratignano, uno specchio d’acqua originatosi migliaia di anni fa in una depressione di origine tettonica. Il lago presenta una forma complessivamente allungata per una larghezza di circa 600 metri ed è alimentato da un piccolo immissario sulla parte meridionale.
L’incredibile particolarità di questo lago è che al suo interno è presente la torbiera galleggiante più grande e importante di tutto il Modenese, addirittura probabilmente di tutto l’Appennino emiliano, il quale a sua volta ospita specie vegetali di interesse unico, come la Hottonia palustris, la Peplis Portula (la sua presenza è stata confermata ufficialmente) e persino una specie di pianta carnivora, la Drosera Rotundifoglia.
La Drosera Rotundifoglia è una pianta carnivora molto piccola caratterizzata dalla presenza di “peli glandolosi” che secernono all’estremità una sostanza vischiosa ed un succo digerente e che hanno la funzione di catturare e intrappolare gli insetti. L’insetto che rimarrà intrappolato nella colla verrà rapidamente imprigionato dalla pianta come in una sorta di gabbia (i “tentacoli” avvolgono il malcapitano non permettendogli più di muoversi) e successivamente digerito dalle secrezioni delle foglie, che una volta terminato il processo torneranno nuovamente nella propria posizione naturale pronte per nuove catture.
Nel lago sono presenti anche nutrite popolazioni di anfibi, come rane, tritoni e rospi, nonchè la Tinca, specie ittica tipica delle acque di pianura che è stata portata in queste acque secoli fa dai pastori transumanti. E’ una zona assolutamente da visitare, soprattutto per chi ama la natura e la montagna.