Non molti ne saranno a conoscenza, a parte ovviamente i residenti della zona, ma sull’Appennino settentrionale (settore bolognese) è presente quello che da molti viene definito il vulcano più piccolo del mondo o meglio, il vulcano più basso del mondo. A dire il vero, più che di un vulcano, si tratta di una “fontana ardente” situata sul Monte Sacco, conosciuto anche come Monte Brusca o Monte Freddo. Si tratta di una specie di “falò”, se così vogliamo definirlo, ed è conosciuto in queste terre fin dal lontanissimo Medioevo, come testimonia uno scritto di Leandro Alberti del 1588: “Poscia da Portico un miglio discosto vedesi un luogo da gli habitatori del paese dimandato Inferno, ov’è la terra negra et ponderosa, nella quale vi è un buco largo da piedi 4 ov’esce una fiamma di fuoco, essendo accesa la terra con un solferino acceso et abbrucia ancora le legna verdi postevi et s’estingue con panni di lana gettativi sopra. Et quivi vicino ritrovasi assai medaglie d’oro argento e di metallo”.
La zona, di difficile ubicazione e particolarmente ardua da raggiungere se non si è coniscitori di questi territori, è raggiungibile arrampicandosi sulla stradina che porta da Portico di Romagna verso il Monte Sacco; percorsi i primi 5 km si giunge ad un casolare abbandonato, con si una piccola indicazione “Vulcano”. Girando dietro la casa e affacciandosi sul bellissimo panorama dell’Appennino Romagnolo, si nota un fuoco…”. Una volta giunti sul posto, infatti, si può osservare questa “fiamma ardente” che prende il nome di fontana ardente, un fenomeno assolutamente naturale caratterizzato da un’emissione di idrocarburi dal terreno che s’incendiano spontaneamente a contatto con l’ossigeno dell’aria. Pensate, qualcuno addirittura lo usa come barbecue.