Appennino Abruzzese terra dei grifoni: nel 2017 nati 38 nuovi esemplari

L’Appennino Abruzzese torna a far parlare di se e dopo la bellissima notizia di qualche settimana fa circa l’aumento della popolazione degli Orsi Marsicani nell’anno appena trascorso, ne giunge un’altra altrettanto importante che conferma come questo territorio si stia rilanciando in maniera notevole sotto l’aspetto faunistico; sempre nel 2017, infatti, si è registrato un incremento sensibile della popolazione di grifoni nell’area di Castel di Sangro, ove si sono contati 38 nuovi esemplari in ben 6 punti di nidificazione. Si tratta questo di un trend in continua crescita già dall’anno precedente, quando si contarono altri 31 nidiacei. Il monitoraggio da parte dei Carabinieri Forestali continua senza sosta, pensate che tra settembre e dicembre sono stati catturati ben 55 esemplari, 10 dei quali sono stati muniti di un ricevitore GPS per seguirne i lunghissimi spostamenti.

Di questi ne sono stati studiati in dettaglio alcuni che si sono insediati e riprodotti in pianta stabile sull’Appennino centrale, altri che invece sono successivamente tornati nei propri territori d’origine. Alcuni, addirittura, compiono regolari spostamenti tra il Massiccio del Pollino e i massicci montuosi Abruzzesi, in particolar modo quelli del Velino-Sirente, del Gran Sasso, dell’area del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise fino al Matese. Tutti gli esemplari catturati vengono munti di rilevatore secondo delle proceduere standardizzate a livello internazionaleuguali per tutti gli esemplari, operazione questa che a partire dal 2014 ha consentito di marcare oltre 130 grifoni con anelli colorati leggibili a distanza. Questa operazione ha permesso altresì di documentare, nel 2017, lo spostamento di uno dei nuovi nati dal massiccio del Velino fin giù in Sicilia, dove purtroppo l’avvoltoio (una femmina) è stato rinvenuto morto sulle spiagge del messinese. Seguire gli spostamenti dei grifoni permette di identificare le aree che frequentano in maniera assidua, nonché monitorare l’attività di alimentazione sulle carcasse di animali domestici e selvatici che trovano abitualmente in natura.