L’appello del Cnsas.
Capita – ma non dovrebbe capitare – che qualcuno affronti l’alta montagna come se andasse a fare una passeggiata in centro città con scarpe da ginnastica, pantaloncino corto e felpa. È accaduto qualche ora fa sulla via normale del Breithorn, in Valle d’Aosta, dove diversi alpinisti hanno incontrato a circa 4000 metri di altitudine un uomo male equipaggiato per quel tipo di ambiente.
Pantaloncini corti e scarpe da ginnastica: l’appello del Cnsas per il rispetto della montagna
LANCIAMO UN APPELLO CHE VI CHIEDIAMO DI CONDIVIDERE
La montagna è un luogo straordinario ma non è un parco cittadino o una spiaggia di sabbia! Rispettiamola! Il primo modo per rispettarla è quello di viverla con prudenza, ben attrezzati e consapevoli dei propri limiti senza aver paura di saper rinunciare. Sappiamo che appelli come questo raggiungono tante persone ma non tutti, quindi oltre che a condividere questo post sui social vi invitiamo a raccomandare sempre ad amici, conoscenti e parenti la stessa prudenza che raccomandiamo noi a voi. Solo tramite una corretta e costante sensibilizzazione a 360°, partendo anche dai più piccoli, riusciremo a far diminuire le migliaia di incidenti che ogni anno avvengono sulle nostre montagne e quindi ad evitare tante tragedie. Grazie per l’attenzione e per la condivisione, come sempre.
Chi rincara la dose, con cognizione di causa, è il Meteorologo Filippo Thiery: “Questa situazione (che in montagna è purtroppo molto comune, sicuramente assai più di quello che il buon senso porterebbe a immaginare, che si tratti dell’abbigliamento inadeguato o del sottovalutare i bollettini meteo), è esattamente l’analogo di chi si avvicina o si attarda sugli argini di un corso d’acqua in piena, o sul litorale colpito da una tromba marina o simili, tipicamente per fare video e selfie da pubblicare sui social: se finisce male, poi la colpa – e come ti sbagli – è del fatto che non ci fosse l’allerta meteo, o che non fosse stata divulgata adeguatamente, o che i soccorsi non siano arrivati col teletrasporto in una frazione di secondo, o che non esista una app che ti avvisi in tempo reale di quello che basterebbe aprire gli occhi per capire, cioè che ti stai cacciando nei guai come un perfetto imbecille“.
Condivisibile l’appello del Cnsas