Continua il nostro viaggio all’interno del meraviglioso mondo degli animali che popolano il nostro Appennino; vi parleremo, in questo editoriale, del Falco Pecchiaiolo, un bellissimo rapace molto simile alla poiana ma che presenta un corpo molto più slanciato e una coDa decisamente più lunga. Il Falco Pecchiaiolo appartiene alla famiglia degli Accipitridi, è una specie protetta, migratice e si nutre per larga parte di insetti e in Europa è presente solamente nel periodo estivo. Questa specie venne per la prima volta descritta e studiata dal naturalista svedese Carl von Linné nel 1758, che gli dieDe il nome iniziale di Falco Apivorus. Si tratta di un rapace privo della sporgenza ossea sopra l’occhio, presenta una testa estremamente piccola e un collo e una coda piuttosto lunghi.
Determinare il sesso di questi esemplari è estremamente facile, in quanto è sufficiente osservare la colorazione dell’occhio, della faccia, della cera e dell’estensione della colorazione nera sulle primarie esterne. Il colore del piumaggio è piuttosto uniforme e può variare tra bianco, marrone chiaro, rossiccio, crema e marrone scuro, con numerose colorazioni intermedie. Il Falco Pecchiaiolo presenta un’apertura alare di 115-136 e può raggiungere un peso di 510-1050 g, per una lunghezza che può variare dai 50 ai 57 cm. E’ una specie molto diffusa in gran parte dell’Europa, ma è raro da osservare in Paesi come Gran Bretagna, Scandinavia, Grecia e Italia meridionale (ad eccezione di alcuni settori appenninici, anche si si contano comunque pochissimi esemplari).
Vivono prevalentemente in zone boscose ricche di grossi alberi, ma vengono osservati anche nei lati delle strade o in prossimità dei corsi d’acqua. Distinguere un esemplare giovane da uno adulto è relativamente semplice; mentre il giovane presenta un capo piuttosto chiaro, con fronte bianca e le parti superiori sul marrone scurso, l’adulto si distingue per la colorazione grigia sui lati della faccia, mentre le primarie esterne presentano le punte nere e una linea netta di separazione con la parte restante delle penne biancastra. Si nutre in prevalenza di vespe, calabroni e api, ma occasionalmente mangia anche miele e cera. Altri insetti molto graditi sono comunque anche piccoli mammiferi, le lumache, rane, uova, vermi e serpenti, senza disdegnare persino un pò di frutta.