Abruzzo, la migrazione della Cicogna Bianca

Abruzzo terra di conquista per gli animali che dal nord Africa tendono ad emigrare, nei periodi estivi, verso i Paesi dell’Europa meridionale! La particolare posizione geografica e l’ampia varietà di paesaggi ne fanno una delle regioni italiane maggiormente predilette, soprattutto per gli stormi di uccelli che vengono a nidifcare nel nostro territorio. Uno di questi, la Cicogna Bianca, è sicuramente uno di quelli più affascinanti, pur non trattandosi tuttavia di un fenomeno straordinario. La particolarità, questa volta, è rappresentata dal fatto che lo stormo di cicogne era formato da ben 32 esemplari, un evento che sicuramente non capita di commentare tutti i giorni. La foto è stata scattata da Massimo Pellegrini, uno dei soci SOA (Stazione Ornitologica Abruzzese) dopo la segnalazione dell’appassionato Mario Rainaldi.

Gli scatti, davvero bellissimi, documentano la presenza di una specie che fortunatamente sta tornando a nidificare in molti siti italiani ed europei. E’ bene tuttavia rammentare come, per salvaguardare e tutelare gli animali, non verrà indicato il posto esatto ove queste meraviglie si sono fermate per ricaricare le “batterie” durante il lungo viaggio dall’Africa all’Europa.

Questo si legge in una nota diramata sulla pagina Facebook della SOA: “È l’occasione per evidenziare per l’ennesima volta l’importanza degli altipiani maggiori abruzzesi come siti di sosta per l’avifauna durante la migrazione sia primaverile che autunnale. Sono luoghi che dovrebbero essere individuati e mappati secondo la direttiva comunitaria 147/09/CE “Uccelli” a fini di tutela ma l’Abruzzo, privo di Piano faunistico venatorio, non ancora provvede. Tra l’altro a poche centinaia di metri dal punto di osservazione i nostri soci hanno osservato ben tre gruppi di cacciatori con cani in addestramento che costituiscono, come più volte affermato dall’ISPRA e dalla stessa Corte Costituzionale in una recente sentenza proprio su una abruzzese sull’addestramento cani, una forma di disturbo sia per i migratori sia per le specie che stanno iniziando a riprodursi (alcune di queste nidificano a terra). Questa segnalazione si aggiunge a quelle di altri animali protetti quali falchi grillai, albanelle reali e minori e altri rapaci che in aprile-maggio e settembre-ottobre si concentrano in territori ristretti dove riescono ad alimentarsi. Se pensiamo che la loro migrazione può coprire traiettorie di 5-6.000 km si comprenderà l’importanza di evitare qualsiasi forma di disturbo in momenti delicatissimi come la sosta.