Bollettino Valanghe: ancora altro il rischio tra Marche, Abruzzo e Molise

Appennino Settentrionale

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MANTO NEVOSO – Strati superficiali di neve asciutta a debole coesione su strati basali più compatti e consolidati. Il manto nevoso è debolmente consolidato e per lo più instabile solo su alcuni pendii ripidi. Il manto nevoso, presente soprattutto nel settore Romagnolo e Centrale della regione a partire da m. 400-500, è stato interessato da una forte attività eolica dei giorni passati che ne ha determinato la ridistribuzione sul territorio formando accumuli e cornici. Particolare attenzione va posta nella valutazione locale del pericolo e nella scelta dell’itinerario. Possibili tratti ghiacciati lungo l’intero crinale Tosco Emiliano.

Settore Appennino Tirrenico Settentrionale

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MANTO NEVOSO – Strati di neve recente asciutta a debole coesione su strati basali moderatamente consolidati. Il manto nevoso è in generale ben consolidato su molti pendii ripidi. Il manto nevoso è stato ulteriormente rimodellato dal vento con conseguente possibile formazione di nuovi accumuli e cornici. Nel sottosettore ligure i versanti esposti al sole sono privi di copertura nevosa o con ampie porzioni di territorio non innevate. La copertura rimane omogenea solo nel comprensorio di Monesi di Triora, nonostante anche questa zona sia stata soggetta a forte attività eolica. Nel sottosettore toscano il comprensorio del Monte Amiata potrebbe essere soggetto a nevicate e pioggia deboli con conseguente appesantimento degli strati superficiali che poggiano su strati da debolmente a moderatamente consolidati. Porre sempre particolare attenzione nella valutazione locale del pericolo nelle aree con copertura nevosa idonea alle attività escursionistiche.

Settore Appennino Umbro-Marchigiano

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MANTO NEVOSO – Sottili croste da fusione e rigelo non portanti alternate a strati di neve asciutta a debole coesione su strati debolmente consolidati e croste da vento inglobate. Il manto nevoso è debolmente consolidato su molti pendii. Le deboli correnti meridionali che favoriscono l’ingresso di aria più mite e umida, determinano processi di trasformazione e consolidamento del manto nevoso. Alle quote medie tuttavia, soprattutto nei pendii ripidi, il metamorfismo distruttivo potrà innescare distacchi spontanei di neve a debole coesione, sia di superficie che di fondo, di medie/grandi dimensioni. Alle quote più alte, in seguito all’azione eolica dei giorni scorsi, il manto nevoso è caratterizzato da zone con molta neve (conche, canaloni, zone sotto vento in genere) e zone con spessori meno elevati. Il distacco di lastroni pertanto, nei pendii occidentali e meridionali, sarà possibile già con debole sovraccarico. Nei pendii ripidi e molto ripidi e soprattutto nei percorsi abituali saranno probabili distacchi spontanei anche di medie/grandi dimensioni.

Appennino Abruzzese e grandi massicci 

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VALANGHE OSSERVATE – Valanghe spontanee di media grandezza di neve a debole coesione di superficie.

MANTO NEVOSO – Strati di neve umida-bagnata su strati debolmente consolidati. Il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggioranza dei pendii ripidi. La parte superficiale del manto nevoso risulta essere appesantita dalle precipitazioni in corso, registrati processi di consunzione e assestamento.

Settore Appennino Calabro Lucano

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MANTO NEVOSO – Strati di neve bagnata su strati moderatamente consolidati. Il manto nevoso è in generale moderatamente consolidato su tutti i pendii ripidi