Lo sci oggi in Italia porta oltre 12 miliardi di euro all’Economia con fatturato in crescita

Lo sci oggi in Italia è una delle fonti principali di reddito per la nostra economia invernale. Secondo i dati elaborati da uno studio dell’Osservatorio Nazionale del Turismo Rurale e Slow, il Turismo invernale di cui è parte integrante anche lo sci nel 2019 ha generato un fatturato di oltre 12 miliardi di euro in Italia. 

LO SCI OGGI IN ITALIA E’ LA FONTE PRINCIPALE DI REDDITO PER LE ATTIVITA’ INVERNALI. NEL 2019 OLTRE 12 MILIONI DI EURO DI FATTURATO IN ITALIA

Lo sci rappresenta un’importante fonte di reddito per l’economia italiana, in particolare per le regioni montane del nord.

Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Impianti di Risalita (ANEF), il settore degli impianti di risalita ha un valore economico stimato di circa 3 miliardi di euro, con circa 58 milioni di presenze registrate nella stagione sciistica 2019-2020. Tuttavia, va considerato che il settore dello sci coinvolge anche altre attività turistiche come l’ospitalità, la ristorazione, il noleggio di attrezzature e l’organizzazione di eventi, che contribuiscono a generare un importante fatturato per l’economia locale.

Sci oggi in Italia genera incassi per oltre 12 miliardi di euro

Sci oggi in Italia genera incassi per oltre 12 miliardi di euro

Secondo uno studio del 2020 dell’ Osservatorio Nazionale del Turismo Rurale e Slow, il turismo invernale (che comprende anche lo sci) ha generato un fatturato di circa 12 miliardi di euro in Italia nel 2019, con un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Questi dati dimostrano l’importanza del turismo invernale per l’economia italiana e la necessità di sostenere lo sviluppo sostenibile di questo settore per valorizzare le risorse locali e creare nuove opportunità di lavoro e di crescita economica.

QUALE SAREBBE IL FATTURATO PER L’ECONOMIA LOCALE E NAZIONALE SENZA LO SCI ?

È difficile stabilire con esattezza quali sarebbero i guadagni dell’economia italiana senza lo sci, in quanto questo settore turistico rappresenta una fonte di reddito importante per molte regioni del nord Italia.

Tuttavia, è possibile ipotizzare che in assenza di questo settore, molte attività turistiche (come l’ospitalità, la ristorazione, il noleggio di attrezzature e l’organizzazione di eventi legati allo sci) subirebbero un calo delle presenze e del fatturato, con conseguente impatto negativo sull’economia locale.

Inoltre, lo sci rappresenta anche un’importante attrazione turistica per molte località montane italiane, che potrebbero vedere una diminuzione del flusso turistico e delle entrate economiche legate al turismo invernale.

In generale, quindi, è possibile affermare che lo sci alpino rappresenta una fonte di reddito significativa per l’economia italiana, che contribuisce alla creazione di posti di lavoro e al sostentamento di molte attività commerciali e turistiche nelle regioni montane.

SCI IN ABRUZZO, LAZIO E MOLISE PORTA OLTRE 150 MILIONI DI EURO DI FATTURATO

Il settore dello sci alpino nel centro Italia, rispetto alle regioni montane del nord, ha un impatto economico e un fatturato complessivamente inferiore, ma comunque significativo per le località che offrono questa opportunità.

Secondo un’indagine del 2019 della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), le regioni del centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria) hanno registrato complessivamente circa 1,5 milioni di presenze sulla neve, con un fatturato stimato di circa 150 milioni di euro.

In particolare, l’Abruzzo è una delle regioni del centro Italia con maggiori opportunità di sci alpino, con diverse località sciistiche come Roccaraso e Campo Felice, che attraggono turisti da diverse parti d’Italia e dall’estero. Secondo un rapporto del 2020 dell’Osservatorio Nazionale del Turismo Rurale e Slow, il turismo invernale in Abruzzo ha generato un fatturato di circa 371 milioni di euro nel 2019, con un aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente.

In generale, quindi, lo sci oggi nel centro Italia rappresenta una fonte di reddito importante per le località montane che offrono questa opportunità, anche se il fatturato complessivo è inferiore rispetto alle regioni montane del nord.

Gli studi sono bloccati all’anno della pandemia, ma successivamente si stima che i dati siano ulteriormente cresciuti.

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