Se non sono feriti o in condizioni critiche, non toccate i caprioli

Perché non bisogna toccare i caprioli

 

Sembra un VIDEO a lieto fine, ma non lo è. I piccoli caprioli e cervi che vengono portati nei centri di recupero sopravvivono, ma molto spesso si abituano eccessivamente all’uomo e non potranno essere rilasciati in natura.

Come riporta il Parco Nazionale della Maiella, in queste settimane, durante le passeggiate nei campi o lungo i nostri sentieri, è facile imbattersi in piccoli di capriolo e cervo. La prima cosa che vorreste fare è accarezzarli, la tentazione è forte ma… dovete resistere!

Nelle prime settimane di vita, il piccolo non ha ancora sviluppato il senso del pericolo, né l’istinto di fuga, resta immobile e consente l’avvicinamento dell’uomo che spesso, invece, inconsapevolmente, lo danneggia. Le madri infatti puliscono costantemente il mantello dei piccoli, privandoli di qualsiasi odore estraneo, questo anche a protezione dai predatori che cercano le loro prede guidati dall’olfatto.

Caprioli, evitiamo ogni contatto

Ogni contatto o maneggiamento con i piccoli caprioli potrebbe essere dannoso in quanto l’odore dell’uomo potrebbe indurre la madre a respingerlo; ma soprattutto bisogna evitare di portar via dal sito di ritrovamento i piccoli: si pensa spesso che essi siano stati abbandonati, ma non è così!

Quella di rimanere nascosti e privi di odori nei cespugli è proprio una strategia antipredatoria affinata nel corso dell’evoluzione. La madre è al pascolo nei dintorni, può essere allontanata proprio dalla presenza dell’uomo e, se tornando, non trova più il piccolo, dopo alcune ore di disperata ricerca, smetterà di cercarlo e purtroppo il piccolo sarà destinato ad essere veramente abbandonato.

Questi piccoli animali che si crede siano in difficoltà in realtà sono stati “rapiti”! L’unico comportamento da tenere quando ci si imbatte in un piccolo capriolo accucciato nell’erba è allontanarsi discretamente in modo da creare meno disagio possibile al piccolo e alla madre che per certo si trova vigile nelle immediate vicinanze.

A meno che, non si vedano ferite, perdite di sangue, fratture evidenti, in questo caso, certamente, bisogna intervenire. Il Servizio Veterinario del Parco, insieme al Reparto Carabinieri del Parco Nazionale della Maiella é sempre a disposizione per prestare soccorso, nei casi di effettiva criticità.

Ma quando i piccoli vengono portati presso il Wildlife Research Center, sarà molto difficile che poi possano tornare a vita libera perché cresceranno abituati ad una eccessiva presenza dell’uomo e “da grandi” mostrerebbero comportamenti non troppo prudenti per la loro sopravvivenza.

Va anche detto che spesso i prati scelti da cervi e caprioli coincidono con quelli da sfalciare. In questi casi, la fienagione – oggi sempre più anticipata – mette in pericolo la vita dei piccoli, con incidenti che possono anche compromettere la qualità del foraggio. Per ridurre il pericolo di ferire gli animali, è bene adeguare il metodo di sfalcio procedendo in senso centrifugo, dal centro verso l’esterno, garantendo così agli animali una via di fuga.

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